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L'EMERGENZA

Bologna in ginocchio: «Liberare subito le case dal fango»

Il Comune mobilita risorse e anticipa i fondi, in attesa del sostegno statale

Bologna in ginocchio: autospurghi gratuiti per affrontare l'emergenza alluvione

Alluvione in Emilia Romagna

L'alluvione che ha colpito Bologna nella notte tra sabato e domenica scorsi ha lasciato dietro di sé una scia di distruzione e disperazione. La situazione di emergenza, ha spinto il sindaco Matteo Lepore ad intervenire con una misura straordinaria: l'invio gratuito di autospurghi nelle case private sommerse dal fango.

«Liberare subito le case dal fango» è il mantra che guida l'azione del Comune, in attesa che lo Stato copra le spese di questa operazione di soccorso.



Un intervento senza precedenti:«Questo è l’episodio che ci vede con più persone impegnate per gestire un’emergenza, dopo la strage della stazione del 1980», ha dichiarato Lepore, sottolineando la gravità della situazione. Il Comune, in collaborazione con Hera e altre imprese private, si è fatto carico di anticipare i fondi necessari per la pulizia di garage e cantine, puntando a evitare che il fango si secchi e che le operazioni di pulizia rimangano sulle spalle dei cittadini. 


In attesa della dichiarazione dello stato di emergenza, «che deve arrivare il prima possibile», sottolinea Lepore, il primo cittadino bolognese  ha lanciato un appello per le donazioni.

Centinaia di volontari si sono riversati nelle strade per aiutare chi è in difficoltà, ma il sindaco ha sottolineato l'importanza di impiegare personale qualificato per operazioni delicate come quelle nei sottoscala.«Abbiamo ricevuto 560 adesioni di volontari», ha detto, specificando che saranno impiegati solo dove è possibile farlo in sicurezza.

L'alluvione non ha risparmiato nessuna parte della città: «i 12 fra torrenti e rii che provengono dai colli- racconta il sindaco-  sono scesi a valle con una portata d’acqua che è il doppio dell’alluvione dell’anno scorso. Significa che tutto il sistema idrico, dei colli, è sceso a valle e non è stato possibile contenerlo».

«È giusto che ci siano tutti gli approfondimenti rispetto alle responsabilità – conclude il sindaco, accompagnato dalla vicesindaca Clancy, l’assessore Bugani e il capo di Gabinetto Madrid –, sono il primo a voler capire cosa è successo, ma ora tutte le istituzioni si devono attivare per un nuovo piano di gestione delle acque».

Attualmente, ci sono mille persone sui 1.400 cantieri di soccorso, emergenza e pulizia di Bologna. Il Centro Operativo Comunale (COC) coordina le operazioni, coinvolgendo il Dipartimento di Protezione Civile nazionale, i dipendenti comunali, il personale di Hera e le imprese coinvolte. Vigili del fuoco e polizia locale sono in prima linea per ultimare la pulizia delle pertinenze private e valutare lo stato del patrimonio pubblico e privato.

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