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12 Novembre 2024 - 16:30
Sciopero nazionale della sanità: il 20 novembre garantiti solo i servizi essenziali
Il 20 novembre 2024 si preannuncia come una giornata cruciale per il sistema sanitario italiano. Le associazioni sindacali Anaao Assomed, Cimo Fesmed e Nursing Up hanno indetto uno sciopero nazionale che coinvolgerà l'intero personale della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria, professionale, tecnica ed amministrativa, oltre agli infermieri e al personale sanitario non medico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). L'Azienda USL della Romagna ha già informato la cittadinanza, sottolineando che, nonostante l'astensione dal lavoro, saranno garantiti i servizi pubblici essenziali attraverso l'erogazione delle prestazioni indispensabili e non dilazionabili, in conformità con la normativa vigente.
Le ragioni dello sciopero sono molteplici: dalla richiesta di migliori condizioni di lavoro, alla necessità di un adeguamento salariale, fino alla denuncia di carenze strutturali che mettono a rischio la qualità dell'assistenza ai pazienti.
I salari dei medici italiani si collocano tra i più modesti in Europa, come evidenziato da uno studio condotto dalla Federazione europea dei medici salariati (Fems). L'analisi, che ha considerato 21 Paesi membri dell'Unione Europea, pone i giovani specializzandi italiani al quint’ultimo posto per quanto riguarda la retribuzione. Anche per i medici già avviati nella carriera, l'Italia si situa nella parte bassa della classifica, mentre un leggero miglioramento si riscontra solamente per i professionisti con 25 anni di esperienza. A fronte di tali dati, i sindacati sottolineano la necessità di un "cambio di rotta immediato" e confermano la giornata di sciopero prevista per il 20 novembre, indetta in seguito all'approvazione di una manovra economica che prevede aumenti salariali minimi, non reputati sufficienti dai camici bianchi. "Il panorama italiano in relazione all'Europa appare molto preoccupante", dichiarano Alessandra Spedicato, presidente di Fems, e Pierino Di Silverio, segretario nazionale del sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed.
I dati del Censis, d'altronde, mostrano che tra il 2015 e il 2022 gli stipendi dei dirigenti medici italiani hanno subito un calo del 6,2% e la spesa per contratti a tempo indeterminato è diminuita del 2,8%. Lo studio della Fems rileva che la retribuzione dei medici in formazione specialistica in Italia, che ammonta a circa 1.700 euro (corretta per il potere d'acquisto), supera soltanto quella di Spagna, Grecia, Repubblica Ceca e Slovacchia; la Spagna, tuttavia, guadagna posizioni più favorevoli al momento dell’ingresso dei medici specialisti nel sistema sanitario. Paesi come Olanda, Germania, Austria e Svezia dimostrano invece un significativo impegno nei confronti della remunerazione, offrendo ai giovani medici stipendi, anch'essi corretti per il potere d'acquisto, che variano dai 2.500 ai 3.000 euro mensili. Per quanto concerne i medici con esperienza (da 0 a 10 anni e fino a 25 anni di anzianità), emerge che la Germania, la Francia, l'Austria e l'Olanda garantiscono salari che oscillano tra i 5.000 e oltre i 6.000 euro netti al mese (a fronte di poco meno di 4.000 euro per i colleghi italiani). Recentemente, paesi come Bulgaria e Romania stanno emergendo come competitor, migliorando notevolmente le retribuzioni nel settore sanitario per frenare l'emigrazione dei loro professionisti. Spedicato e Di Silverio precisano: "Non si tratta soltanto di ragioni economiche che spingono i dirigenti medici e sanitari ad abbandonare gli ospedali – circa 8.000 negli ultimi diciotto mesi – ma anche di condizioni di lavoro problematiche causate da mancanza di assunzioni, scarse opportunità di carriera (solo il 12% giunge ai livelli apicali, con appena il 2% di donne), politiche che non premiano il merito, mancato rispetto dei contratti e sicurezza inadeguata a fronte di un aumento delle aggressioni e delle denunce civili e penali".
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