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La vicenda
13 Novembre 2024 - 07:32
Con una sentenza depositata ieri, il TAR dell'Emilia-Romagna ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da due tassisti contro il progetto "Bologna Città 30", che punta a ridurre il limite di velocità urbana a 30 km/h. Secondo i giudici, i ricorrenti non hanno dimostrato un danno concreto che giustifichi l’annullamento del provvedimento, ritenuto conforme agli standard di sicurezza pubblica e senza effetti negativi significativi per il lavoro dei tassisti.
I tassisti avevano chiesto l'annullamento del limite di 30 km/h, sostenendo che la misura avrebbe impattato negativamente sulla loro attività economica. Nonostante anche il Ministero dei Trasporti si fosse espresso in senso critico verso il progetto, il TAR ha concluso che la richiesta non può essere accolta, poiché i ricorrenti non sono riusciti a dimostrare perdite economiche effettive legate al nuovo limite.
Dopo la rinuncia alla sospensiva richiesta nell'udienza del 16 aprile e la discussione della causa nel merito lo scorso 23 ottobre, i giudici hanno stabilito che il ricorso fosse inammissibile per "carenza di interesse ad agire". Secondo la sentenza, il limite a 30 km/h rappresenta una misura tecnica per migliorare la sicurezza stradale e non lede il diritto alla mobilità dei cittadini. "I provvedimenti impugnati non colpiscono alcun diritto costituzionale — precisa il TAR — ma stabiliscono semplicemente regole per l’ordinata circolazione e la protezione della collettività".
Alla discussione legale ha preso parte anche Stefano Cavedagna, ex consigliere comunale, intervenuto a sostegno dei tassisti. Tuttavia, il TAR ha ritenuto inammissibile la sua partecipazione per assenza di un interesse concreto. Al contrario, l'Associazione Italiana Familiari e Vittime sulla Strada (AIFVS) è stata accolta come parte nel processo a favore del Comune di Bologna, sottolineando come il limite a 30 km/h rappresenti una fondamentale misura preventiva contro gli incidenti.
L’amministrazione comunale ha espresso gratitudine per il supporto ricevuto da AIFVS e dalla Fondazione Michele Scarponi. “Ringraziamo chi ogni giorno trasforma il dolore personale in impegno civile per tutelare la vita umana sulle strade” ha dichiarato il Comune, ribadendo l’obiettivo primario di “Bologna Città 30”: creare un ambiente urbano più sicuro e vivibile per tutti.
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