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Carcere di Parma, scoperta una rete di telefoni sequestrati: 20 cellulari trovati nella sezione Alta Sicurezza

Le indagini sono in corso per determinare se i dispositivi siano stati utilizzati per comunicazioni illecite o altre pratiche illegali

Carcere di Parma, scoperta una rete di telefoni sequestrati: 20 cellulari trovati nella sezione Alta Sicurezza

Foto di repertorio

Un’operazione di perquisizione condotta dalla polizia penitenziaria nel carcere di via Burla, a Parma, ha portato alla sorprendente scoperta di ben venti telefoni cellulari occultati all'interno della struttura. I dispositivi, secondo le prime informazioni, erano in possesso di detenuti presumibilmente legati a organizzazioni criminali. La perquisizione è stata effettuata nella sezione di Alta Sicurezza, area notoriamente ad alta sorveglianza, ma dove la criminalità organizzata riesce comunque a infiltrarsi con una preoccupante facilità.

A riferire dell'accaduto è stato l'Osapp, l'Organizzazione Sindacale Autonoma della Polizia Penitenziaria, che ha subito sottolineato l'importanza della scoperta, rivelando anche la preoccupazione per l’utilizzo illecito di questi dispositivi. Non è ancora chiaro se i cellulari siano stati usati per effettuare chiamate all'esterno o se siano stati impiegati per altre attività illegali, ma l'ipotesi di un'operazione criminale orchestrata dall’interno del carcere è concreta.

Il ritrovamento evidenzia ancora una volta la difficoltà di mantenere il controllo in ambienti carcerari ad alta sicurezza, dove il traffico di telefoni e altri strumenti vietati continua a minare la sicurezza delle istituzioni penitenziarie. La polizia penitenziaria ha avviato un'indagine per ricostruire la rete di contatti all'esterno e verificare il coinvolgimento di altre figure all'interno della struttura. La scoperta di questi telefoni, sebbene non sia un caso isolato, accende nuovamente i riflettori sulla costante sfida che le forze dell'ordine affrontano nel combattere l'infiltrazione della criminalità all'interno degli istituti penitenziari.

Intanto, gli investigatori si concentrano sui detenuti coinvolti per cercare di tracciare l’origine e l'utilizzo di questi dispositivi, con l'obiettivo di interrompere qualsiasi collegamento illecito con l'esterno.

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