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"Facile ironia": un viaggio tra sberleffi e provocazioni al MAMbo di Bologna

Una mostra che esplora l'ironia nell'arte italiana dagli anni '50 a oggi, con opere di maestri e outsider

"Facile ironia": un viaggio tra sberleffi e provocazioni al MAMbo di Bologna

Nel cuore pulsante di Bologna, il MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna – si trasforma in un palcoscenico di ironia e provocazione con la mostra "Facile ironia. L'ironia nell'arte italiana tra XX e XXI secolo". Curata da Lorenzo Balbi e Caterina Molteni, questa esposizione rappresenta un viaggio attraverso l'arte italiana dagli anni '50 a oggi, mettendo in luce come l'ironia possa essere un potente strumento di critica e riflessione.

All'inizio del percorso espositivo, il visitatore è accolto da un'opera che sfida le convenzioni: lo "zerbino insolubile" di Fabio Mauri. Subito dopo, la celebre "Mozzarella in carrozza" di Gino De Dominicis, un'opera che gioca con il concetto di ready-made, posizionando una mozzarella su un sedile di una carrozza antica acquistata a Cinecittà. In un angolo, un video recentemente ritrovato mostra Marisa Merz mentre conta piselli in una scatola, un gesto che trasforma un'azione quotidiana in un atto artistico.



La mostra celebra il mezzo secolo dalla fondazione della Galleria d'Arte Moderna di Bologna, di cui il MAMbo è la naturale prosecuzione. L'allestimento, curato da Filippo Bisagni, reinventa lo spazio espositivo ispirandosi alle intuizioni dell'architetto Aldo Rossi. Con una rampa rosso vivo che conduce ai manichini in cartapesta di Lorenzo Scotto di Luzio, il percorso è un invito a riflettere sull'arte e il suo sistema, come suggerisce il manifesto di Giuseppe Chiari "L'arte è finita smettiamo tutti insieme, Guttuso anche".



La mostra riunisce oltre 70 artisti, tra maestri conclamati e outsider, in un dialogo che attraversa decenni di storia dell'arte. Tra le opere esposte, spiccano la "Merda d'artista n. 67" di Piero Manzoni e "Il grande rettile" di Pino Pascali. L'ironia diventa un mezzo per esplorare temi politici e sociali, come dimostrano le opere della compagnia Lo Zoo di Michelangelo Pistoletto e i collage di Nanni Balestrini. L'ironia femminista trova spazio nelle immagini di Ketty La Rocca e nell'abito da sposa di Cinzia Ruggeri, mentre il nonsense è evocato da artisti sperimentali come Arrigo Lora Totino e Giulia Niccolai.



La mostra, che ha richiesto due anni di lavoro, non è solo un'esposizione di opere d'arte, ma un invito a riflettere sul ruolo dell'ironia nella società contemporanea. Come si legge in uno dei saggi del catalogo edito da Allemandi, l'ironia è una cosa seria. E lo dimostrano le opere di artisti come Maurizio Cattelan, i cui "piccioni fantasma" osservano dall'alto, e il collettivo Luther Blissett con i loro scherzi telefonici.

Il percorso espositivo si chiude con opere che sfidano il concetto stesso di arte, come "Copycat" di Eva & Franco Mattes, una stampante con un gatto tassidermico, e il "Preventivo" di Maurizio Mercuri, che riporta i costi per la demolizione del MAMbo. Queste opere, insieme a quelle di artisti come Francesco Vezzoli e Paola Pivi, invitano il visitatore a interrogarsi sul significato dell'arte e sul suo impatto nella società. La mostra "Facile ironia" è un'occasione unica per esplorare l'arte italiana attraverso la lente dell'ironia, un viaggio che ci ricorda che, a volte, il modo migliore per affrontare la complessità del mondo è con un sorriso.

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