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Malori al 118, la procura non archivia: si riaprono le indagini sulle tensioni in centrale

Caso Tacconi, indagini riaperte sulla centrale 118: nuove denunce e tensioni tra colleghi. Tra le persone offese, un sanitario escluso dalla prima inchiesta

Malori al 118, la procura non archivia: si riaprono le indagini sulle tensioni in centrale

La Centrale Operativa 118 Emilia Est

Un nuovo capitolo si aggiunge all’inchiesta sulla Centrale Operativa del 118 dell’Ospedale Maggiore di Bologna. La Procura ha aperto un fascicolo per indagare su presunti atti persecutori all’interno della struttura, un’indagine che si affianca a quella già conclusa su Claudio Tacconi, ex coordinatore infermieristico accusato di stalking e lesioni nei confronti di una decina di colleghi.

Oggi, sotto la direzione del pubblico ministero Francesca Rago, la Procura ha avviato un secondo filone investigativo, al momento senza indagati ufficiali. L’inchiesta trae origine dalle dichiarazioni di diverse persone coinvolte, tra cui le presunte vittime e lo stesso Tacconi. Il primo fascicolo, chiuso a gennaio, aveva rivelato un quadro inquietante: tra marzo 2020 e novembre 2023, Tacconi avrebbe avvelenato colleghi somministrando loro benzodiazepine mescolate a cibi e bevande.

Ora gli investigatori allargano lo sguardo: si sospetta l’esistenza di un clima lavorativo segnato da tensioni e vessazioni. Il nuovo fascicolo punta a chiarire se, oltre ai presunti atti persecutori, possano emergere altre ipotesi di reato, tra cui la calunnia. Tra le persone coinvolte figura un sanitario, rappresentato dagli avvocati Davide Bicocchi e Silvia Zanuccoli, la cui denuncia era stata inizialmente separata dall’inchiesta principale su Tacconi. Il suo racconto potrebbe rivelarsi decisivo per ricostruire le dinamiche interne alla centrale operativa, dove i contrasti legati alla gestione dei turni e ai rapporti tra colleghi sembrano aver alimentato la situazione.

Claudio Tacconi, difeso dall’avvocato Gabriele Bordoni, continua a respingere ogni accusa. Dopo un periodo agli arresti domiciliari, oggi è sottoposto al divieto di avvicinamento alle parti offese e non è più in servizio presso l’AUSL. Su di lui pende anche l’accusa di simulazione di reato: gli inquirenti sospettano che un malore accusato a fine 2023 e una rapina da lui denunciata possano essere stati inscenati per sviare le indagini.

Un elemento chiave dell’inchiesta riguarda gli accessi di Tacconi alla centrale operativa nei giorni delle presunte intossicazioni. Dalle verifiche, l’ex coordinatore risultava in servizio solo in due dei dieci episodi contestati. Un recente sopralluogo dei carabinieri del NAS, riportato dal Resto del Carlino, potrebbe essere legato proprio a questi nuovi sviluppi. 

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