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SANITA'
14 Gennaio 2025 - 10:44
Nel 2024, l'Italia ha registrato un anno da record nel settore dei trapianti. Le donazioni di organi hanno raggiunto le 2.110 unità, segnando un incremento del 2,7% rispetto al 2023, così come è aumentato il numero di interventi realizzati, per un totale di 4.692 operazioni, 226 in più rispetto all'anno precedente. Questi dati, mai così elevati, emergono dal "Rapporto sulle donazioni e i trapianti in Italia" presentato presso il Ministero della Salute.
Circa la metà dei trapianti effettuati è stata di reni, con 2.393 interventi, registrando un aumento del 6,6% rispetto al 2023. I trapianti di cuore hanno raggiunto quota 418, con una crescita del 13%. Si sono incrementati anche i trapianti di fegato, per un totale di 1.732 operazioni, segnando un +1,8%, mentre è stato rilevato un leggero calo per i trapianti di polmone, passati da 188 a 174. Stabili, invece, i trapianti di pancreas, che si confermano a quota 36.
Un elemento trainante per i trapianti di cuore è stata l'evoluzione delle donazioni a cuore fermo, ovvero quelle ottenute da pazienti la cui morte è accertata dopo un arresto cardiaco di almeno 20 minuti. Questo tipo di donazione ha registrato un incremento del 30,8% rispetto al 2023, totalizzando 276 donazioni, mentre i trapianti conseguenti sono aumentati del 39,3%, raggiungendo i 621. Nel 2024, tali donazioni hanno rappresentato il 13,2% del totale dei trapianti effettuati.
Il tasso di donazione, nel 2024, è salito a 30,2 donatori per milione di abitanti, superando per la prima volta quota 30 e posizionando l'Italia tra i primi Paesi europei per numero di donatori di organi. Le regioni con il più alto tasso di donazioni sono la Toscana, con 49,4 donatori per milione, l'Emilia-Romagna con 45,5 e il Veneto con 44,7.
Si rileva inoltre un'importante crescita nelle regioni meridionali, con significative percentuali di incremento in Sicilia (+5,7 punti per milione), Campania (+3,1) e Calabria (+2,7). Anche le donazioni di cellule staminali ematopoietiche da non consanguinei hanno raggiunto il loro apice, con 410 effettuate e 1.095 trapianti eseguiti complessivamente. In quasi il 90% dei casi, le cellule sono state prelevate da sangue periferico, una modalità meno invasiva e assimilabile alla donazione di sangue.
È positivo anche l'incremento dei donatori di midollo osseo: per la prima volta, il registro IBMDR ha superato il mezzo milione di iscritti attivi (512.194, +3,1%).
Più della metà dei 4.692 trapianti realizzati nel 2024 si è concentrata in quattro regioni: Lombardia (904), Veneto (718), Piemonte (504) ed Emilia-Romagna (497). Complessivamente, circa il 60% degli interventi (2.846) sono stati eseguiti nel Nord Italia. Tra le regioni del Centro, Lazio e Toscana si distinguono con 467 e 390 trapianti rispettivamente; al Sud, le cifre più elevate sono in Sicilia (341) e Puglia (229).
La Lombardia guida per il numero di trapianti di tutti gli organi, con la sola eccezione del cuore, dove condivide il primato con la Puglia (73 trapianti).
Tuttavia, la scelta di opporsi alla donazione di organi rimane significativa: nel 2024, più di un italiano su tre (36,3%) tra coloro che hanno espresso la propria volontà presso le anagrafi comunali ha scelto di opporsi al prelievo, con un aumento di circa 5 punti percentuali rispetto al 2023. Attualmente, nel Sistema Informativo Trapianti, risultano registrate 21,4 milioni di dichiarazioni di volontà: 15 milioni di consensi e 6,4 milioni di opposizioni.
I tassi di opposizione sono mediamente più elevati al Sud, superando il 40% in tutte le regioni meridionali, con un picco in Sicilia al 46,8%. Al contrario, risultano più bassi al Nord, con i valori minimi nella Provincia Autonoma di Trento (24%) e Valle d'Aosta (27,2%), mentre in Sardegna si attestano al 27,7%.
In rianimazione, si osserva un lieve miglioramento riguardo all'opposizione al prelievo degli organi, scesa nel 2024 al 29,3% (rispetto al 30,3% del 2023). I tassi più elevati si registrano in Valle d'Aosta (66,7%), Calabria (53,4%) e Umbria (40,9%), mentre i livelli più bassi si riscontrano nella Provincia Autonoma di Trento e in Molise, dove non si sono registrate opposizioni.
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