Caso Tania Bellinetti, la famiglia chiede verità: “Non ci fermeremo finché non sapremo cosa è successo”

Andrea Bellinetti, fratello di Tania, la donna di 47 anni morta l’8 aprile scorso dopo una caduta dal balcone del suo appartamento in via Tolstoj, nel quartiere Barca di Bologna, ha raccontato come la sua famiglia stia affrontando un dolore che definisce più grande di loro. Ha spiegato di sentirsi sopraffatto, e che nonostante in molti gli dicano di essere forte, non sa dove riuscirà a trovare la forza per andare avanti. Tuttavia, ha anche detto di essere determinato a proseguire, perché vuole lottare per sua sorella.

La Procura di Bologna ha avviato un’indagine per istigazione al suicidio, affidata al pm Marco Forte. L’unico indagato è Faiez Selmi, 36 anni, tunisino, ex compagno di Tania. L’uomo, già ricercato da dicembre per maltrattamenti, risulta attualmente irreperibile.

Gli inquirenti mantengono aperte tutte le ipotesi: la caduta accidentale, il suicidio, un’aggressione finita tragicamente o persino l’omicidio volontario.

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Andrea ha spiegato di essere in contatto con associazioni e centri antiviolenza e di voler avviare una raccolta fondi dedicata a Tania e a tutte le vittime di violenza. Ha riferito che anche gli amici della sorella, in particolare quelli di Casteldebole, hanno manifestato il desiderio di contribuire a questa iniziativa. Ha sottolineato che continuerà a battersi in memoria di Tania, perché ritiene che sia ciò che deve alla sorella e alla famiglia, aggiungendo che in Italia episodi simili continueranno ad accadere finché non ci sarà un vero cambiamento.

Il legame tra i due fratelli era molto stretto. Andrea ha raccontato che, nonostante la differenza d’età, da piccoli erano inseparabili: quando Tania si ritirava in camera con le amiche, lui cercava di intrufolarsi e lei non lo cacciava mai, anzi lo coinvolgeva nei loro giochi e chiacchiere. Ha spiegato che quei momenti restano tra i ricordi più teneri e significativi. Oggi, ha aggiunto, non riesce nemmeno a cancellare le conversazioni sul telefono con lei, perché il dolore della perdita è ancora troppo forte e difficile da spiegare.

Secondo il fratello, Tania era una persona solare, generosa, sempre pronta ad aiutare gli altri. Amava profondamente i suoi figli e si prendeva cura della madre e della casa. Era apprezzata per la sua gentilezza e la sua disponibilità. Andrea ha riferito che in molti, negli ultimi giorni, hanno ricordato quanto fosse sorridente l’ultima volta che l’avevano vista. I messaggi di affetto ricevuti dalla famiglia, ha raccontato, sono arrivati da ogni parte.

Anche i tifosi del Bologna hanno voluto onorarne la memoria: durante la partita di Pasqua contro l’Inter, allo stadio Dall’Ara è stato esposto uno striscione con la scritta “Tania vive”. Andrea ha ricordato che la sorella seguiva con lui le partite e si entusiasmava per le vittorie della squadra, condividendo la passione per il calcio.

Le indagini proseguono. Dopo l’autopsia, effettuata la scorsa settimana, gli agenti della Squadra mobile stanno continuando a raccogliere prove: sopralluoghi nell’appartamento sequestrato, analisi dei telefoni, ascolto dei testimoni. Alcuni vicini avrebbero riferito che Faiez Selmi si trovava nell’abitazione nel momento in cui Tania è precipitata dal terzo piano.

Nel frattempo, davanti al palazzo in via Tolstoj, continuano a comparire mazzi di fiori e messaggi in ricordo della donna. Un gesto collettivo che testimonia l’affetto di chi l’ha conosciuta e la volontà di non lasciar cadere il silenzio su quanto accaduto.

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