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Il mistero di Cristina Golinucci: il sospetto cade su Emmanuel Boke

L'avvocato Iannuccelli: «Abbiamo il Dna di Boke». Ma perché nessuno ha mai approfondito questa pista ?

Scomparsa di Cristina Golinucci: Nuove Ombre sul Caso e il Ruolo di Emmanuel Boke

Cristina Golinucci

La scomparsa di Cristina Golinucci, avvenuta il 1° settembre 1992, continua a essere un enigma irrisolto che tormenta la comunità di Cesena e, soprattutto, la famiglia della giovane. Nonostante siano passati più di trent'anni, la madre di Cristina, Marisa Degli Angeli, non ha mai smesso di cercare la verità sulla sorte della figlia. Recentemente, l'avvocato della famiglia, Barbara Iannuccelli, ha sollecitato la riapertura delle indagini, puntando il dito su Emmanuel Boke, un uomo il cui passato è segnato da ombre inquietanti.

Emmanuel Boke, originario della Nigeria, era ospite del convento dei frati cappuccini di Ronta di Cesena, lo stesso luogo frequentato da Cristina Golinucci. Negli anni '90, Boke fu condannato per due violenze sessuali su giovani cesenati, un passato che getta un'ombra sinistra sulla sua figura. "Abbiamo il Dna di Boke", afferma l'avvocato Iannuccelli, riferendosi a un reperto estratto dai RIS durante le indagini per le violenze. Ma perché nessuno ha mai approfondito questa pista prima d'ora?



Il convento, luogo di preghiera e riflessione, si è trasformato in un teatro di misteri e sospetti. Cristina, volontaria devota, aveva un appuntamento con un frate il giorno della sua scomparsa. La sua auto fu ritrovata nel parcheggio del convento, ma di lei nessuna traccia. La sparizione fu inizialmente archiviata come suicidio, ma la determinazione della famiglia ha portato a riaprire le indagini più volte, senza mai giungere a una conclusione definitiva.

Dopo la condanna in Italia, Boke si trasferì a Marsiglia, dove fu arrestato nel 1988 per un'altra violenza sessuale. Le sue impronte digitali e la foto segnaletica corrispondevano, ma i documenti presentavano generalità diverse. Un enigma che si aggiunge alla già complessa rete di misteri che circonda la sua figura. È possibile che Boke sia coinvolto nella scomparsa di Cristina? La famiglia e l'avvocato Iannuccelli sono convinti che un suo interrogatorio possa essere cruciale.



Nuove testimonianze emergono dal passato. Un frate, padre Lino, incontrò Boke in carcere, dove l'uomo avrebbe confessato di essere coinvolto nella scomparsa di Cristina, salvo poi ritrattare. Inoltre, una testimone riferì di aver visto Cristina litigare con un uomo nel parcheggio del convento il giorno della sua scomparsa. L'uomo, descritto come di bassa statura e tarchiato, potrebbe essere un tassello fondamentale nel puzzle di questa vicenda.

Marisa Degli Angeli non si arrende. "Non mi fermerò mai", dichiara, determinata a scoprire la verità. La sua battaglia è sostenuta dall'avvocato Iannuccelli, che continua a chiedere giustizia per Cristina. La famiglia è pronta a seguire ogni pista, anche a recarsi in Francia, se necessario, per ottenere risposte.


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