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Infiltrazioni mafiose

'Ndrangheta in Riviera: richieste di condanne per 110 anni di carcere

Secondo l'accusa, i locali della zona sarebbero stati gestiti con modalità mafiose per riciclare denaro della criminalità organizzata

Infiltrazioni della 'Ndrangheta in Riviera: chiesti 110 anni di carcere nel processo "Radici"

'Ndrangheta in Riviera: richieste di condanne per 110 anni di carcere

Il processo "Radici", che ha portato alla luce le infiltrazioni della 'Ndrangheta nella Riviera romagnola, è giunto alle sue battute finali. Le richieste di condanna, che ammontano complessivamente a 110 anni di carcere, sono state presentate al termine dell'udienza celebrata presso il tribunale di Ravenna.

La Riviera, conosciuta per le sue spiagge e la vivace vita notturna, è finita sotto i riflettori per motivi ben diversi. Secondo l'accusa, i locali della zona sarebbero stati gestiti con modalità mafiose per riciclare denaro della criminalità organizzata. Un'accusa pesante che ha visto il pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, Marco Forte, chiedere pene severe per i principali imputati.

Tra i nomi di spicco, Saverio Serra, considerato legato al clan 'ndranghetistico Mancuso di Limbadi, per il quale sono stati chiesti 15 anni e 11 mesi di reclusione. Francesco Patamia, candidato alla Camera alle elezioni politiche con la lista "Noi Moderati", rischia 13 anni, mentre per suo padre Rocco la richiesta è di 11 anni e 10 mesi. In totale, la procura ha chiesto la condanna per 22 imputati, mentre due sono stati assolti.



L'inchiesta "Radici" ha rivelato come gli investimenti illeciti, avvenuti anche durante l'emergenza Covid, abbiano coinvolto esercizi commerciali del litorale romagnolo, aziende edili, della ristorazione e dolciarie. Un'operazione che ha portato al sequestro di beni per un valore di 27 milioni di euro e all'emissione di 23 misure cautelari

L'indagine è partita da una segnalazione del sindaco di Cesenatico, Matteo Gozzoli, che ha partecipato all'udienza insieme a una scolaresca di Forlì. 

Il processo "Radici" non si conclude qui. Un altro filone dell'inchiesta, portato avanti da polizia e guardia di finanza, è stato rinviato per competenza territoriale a Modena. Un ulteriore passo nella complessa rete di indagini che mira a sradicare le infiltrazioni mafiose dal tessuto economico e sociale della regione.

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