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Caso Werwolf

Scarcerati Pierluigi Cilano e Alessandro Giuliano: cadono le accuse di associazione a delinquere nell'inchiesta neonazista di Bologna

Il Riesame ridimensiona le accuse nell'inchiesta sui neonazisti del gruppo Werwolf

Scarcerati Pierluigi Cilano e Alessandro Giuliano: cadono le accuse di associazione a delinquere nell'inchiesta neonazista di Bologna

Sono stati scarcerati Pierluigi Cilano, un 26enne palermitano, e Alessandro Giuliano, un 51enne bolognese, dopo essere stati arrestati con altri 10 membri del gruppo Werwolf lo scorso 4 dicembre con l'accusa di aver fatto parte di un un'organizzazione suprematista e neonazista che organizzava pure l'assassinio di Giorgia Meloni. Giuliano rimarrà comunque sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.

La decisione arriva dal Tribunale del Riesame di Bologna dopo le inchieste sui due indagati. Giuliano aveva parlato all'interrogatorio e aveva ricostruito i suoi contatti con il gruppo Werwolf, spiegando di aver conosciuto Daniele Trevisani e Nicotra a una manifestazione no vax autorizzata alla fine del 2022. In primavera, sarebbe stato inserito in una chat su Telegram, ma dopo pochi mesi, resosi conto della natura dei contenuti, avrebbe deciso di defilarsi, cancellando l'applicazione. Le armi sequestrate a Giuliano, secondo la sua difesa guidata dall'avvocato Gabriele Bordoni, erano "pistole da soft air e armi bianche senza filo, da esposizione". Al Riesame, è caduta la contestazione di associazione a delinquere, elemento chiave che ha portato alla sua scarcerazione.

Mentre Cilano, difeso dagli avvocati Ercole Cavarretta e Giuseppe Di Stefano, non è stato ritenuto dagli inquirenti tra i capi dell'organizzazione. La sua posizione all'interno del gruppo è stata considerata marginale, una valutazione che ha contribuito alla sua uscita di prigione.

Nonostante la scarcerazione di Cilano e Giuliano, l'inchiesta sui neonazisti non si ferma. Le autorità continuano a indagare per smantellare l'organizzazione e comprendere l'estensione delle sue attività.

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