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Bologna, mangia del salmone contaminato, finisce in coma ma l'azienda non la risarcisce: il dramma di Roberta Fallavena

L'Ausl ha certificato che il pesce era infettato da elevate concentrazioni di Listeria monocytogenes

Bologna, mangia del salmone contaminato, finisce in coma ma l'azienda non la risarcisce: il dramma di Roberta Fallavena

Una vicenda drammatica si è conclusa con un'ulteriore amara sorpresa per una sessantatreenne di Bologna, la quale, dopo essere entrata in coma a causa del consumo di salmone contaminato, è uscita dall'ospedale in sedia a rotelle con un'invalidità inizialmente stimata al 100%, ma senza ottenere alcun risarcimento.

L'Azienda Unità Sanitaria Locale (Ausl) di Bologna ha certificato che il pesce era infettato da elevate concentrazioni di Listeria monocytogenes, un batterio estremamente pericoloso, e l'azienda importatrice è finita sotto inchiesta. Le analisi ordinate dalla procura hanno rivelato una concentrazione di 3 milioni di unità di batterio per grammo, spingendo il pubblico ministero Gabriella Tavano a richiedere il rinvio a giudizio del legale rappresentante dell'azienda, con sede ad Ancona, con l'accusa di lesioni colpose gravi e commercio di alimenti nocivi.

I fatti risalgono a due anni fa quando la donna acquistò quattro confezioni di salmone affumicato sottovuoto in un supermercato di Bologna. Dopo averlo consumato in un'insalata, il giorno successivo iniziò a manifestare sintomi inspiegabili, che la condussero a uno stato di malessere progressivo. Fu ricoverata d'urgenza presso il reparto di terapia intensiva del Policlinico Sant'Orsola dove rimase per venti giorni, affetta da meningite, polmonite bilaterale, crisi epilettiche, trombosi e problemi cardiaci, fino a cadere in coma. La ripresa è stata lenta e accompagnata da difficoltà permanenti, come ha raccontato il Resto del Carlino: "Non posso correre, faccio fatica a camminare e respirare. Spesso non ricordo le parole e non riesco a salire gradini troppo alti. Per arrivare alla fermata dell'autobus devo partire molto prima. La mia vita è stata stravolta e continua a esserlo".

Nonostante la gravità della situazione, l'invalidità della donna è stata successivamente ridotta al 35%, e l'assicurazione dell'azienda importatrice ha rifiutato di indennizzarla. "È vergognoso. Dovrebbero risarcirmi adeguatamente, anche per tutte le spese che ho sostenuto, tra medicine e fisioterapia.Poteva capitare a ciascuno di noi. Ed è un’intossicazione che può essere mortale. Io stessa da allora ho smesso di mangiare salmone”, ha commentato la vittima.

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