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Neuralink di Elon Musk: la storia di Noland Arbaugh e le sfide etiche delle interfacce neurali

Noland Arbaugh: pioniere dell'interfaccia neurale di Neuralink tra innovazione e questioni etiche

Neuralink di Elon Musk: la storia di Noland Arbaugh e le sfide etiche delle interfacce neurali

Nel contesto delle innovazioni tecnologiche, poche vicende destano tanto interesse quanto quella di Noland Arbaugh, il primo paziente che ha beneficiato di un impianto cerebrale sperimentale sviluppato da Neuralink, la società creata da Elon Musk. A seguito di un tragico incidente avvenuto nel 2016, che lo ha lasciato paralizzato, Arbaugh ha trovato nuova speranza grazie a un microchip impiantato nel suo cervello, un dispositivo che gli consente di interagire con la tecnologia unicamente attraverso il pensiero.

Proprio nel 2016, Elon Musk fondò Neuralink, una startup con l’obiettivo ambizioso di sviluppare impianti cerebrali. Arbaugh divenne così il pioniere a ricevere un dispositivo sperimentale denominato “Telepathy”, un’interfaccia neurale (Brain-Computer Interface, BCI) che permette di decodificare i segnali cerebrali trasformandoli in comandi digitali. Grazie a tale tecnologia, Arbaugh può ora controllare un computer con la mente, esplorare il web e persino giocare ai videogiochi. Attualmente, a 30 anni, Arbaugh descrive con entusiasmo la sua esperienza, che considera una vera e propria rinascita. “Sono rimasto sbalordito da quello che Neuralink stava cercando di fare”, ha affermato in un’intervista a WiredUS. “Elon Musk ha avuto un impatto enorme sul mondo, al di là di come lo valuti la gente. È stato davvero determinante sapere che era coinvolto in una cosa del genere”. Arbaugh si sente in sintonia con Musk, condividendo la sua visione di migliorare la vita umana tramite la tecnologia.

I risultati sono stati immediati: subito dopo l’intervento, gli è stato mostrato uno schermo con i segnali cerebrali in tempo reale, e ogni movimento del suo indice faceva registrare un picco di attività. “Ho pensato: ‘Che figata!’”, ha raccontato. Tuttavia, non tutti condividono l’entusiasmo per tale innovazione. Il Guardian ha sollevato perplessità circa l’impatto potenziale delle operazioni di Musk, evidenziando il rischio che un miliardario possa avere accesso ai pensieri intimi delle persone, suscitando preoccupazioni in merito alla privacy e all’etica. Il quotidiano britannico ha lanciato un allarme: siamo forse alle porte di una distopia, in cui la tecnologia è impiegata per scopi poco chiari e pericolosi?

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