Cerca

MOTOR VALLEY

Tutte le notizie e i fatti direttamente dal cuore della Motor Valley

fatti e notizie

MOTOR VALLEY

LAVORO & SOCIETà

Sempre più papà in congedo, ma uno su tre lo evita: cosa succede?

In dieci anni il congedo di paternità è triplicato, ma il 35% dei padri aventi diritto ancora non lo utilizza. Ecco i numeri e le differenze territoriali.

 Sempre più papà in congedo, ma uno su tre lo evita: cosa succede?

Immagine di repertorio

Negli ultimi dieci anni, il numero di padri che usufruiscono del congedo di paternità in Italia è più che triplicato. Secondo i dati diffusi dall'INPS e da Save The Children in occasione della Festa del Papà, oggi tre padri su cinque si prendono una pausa dal lavoro per stare accanto al proprio figlio nei primi giorni di vita. Un progresso significativo rispetto al passato, ma con forti differenze territoriali: nel Nord Italia il congedo viene richiesto molto più frequentemente rispetto al Sud.

Secondo i dati diffusi dall'INPS, il congedo di paternità, che garantisce ai lavoratori subordinati dieci giorni di assenza retribuita, viene prevalentemente richiesto da uomini caratterizzati da specifiche peculiarità. Analizzando la stabilità lavorativa, si evidenzia che il 70% dei richiedenti detiene un contratto a tempo indeterminato; contrariamente, tra coloro che hanno rapporti di lavoro precari, la percentuale di richiesta è decisamente inferiore.

Un ulteriore elemento distintivo riguarda la fascia di reddito: la maggioranza dei richiedenti percepisce un reddito annuale compreso tra i 28.000 e i 50.000 euro. Confrontando, tra i lavoratori con salari più modesti, il tasso di adesione scende al 66%. Per quanto riguarda la dimensione delle aziende, l'80% dei padri che fanno ricorso al congedo lavora presso imprese che superano i 100 dipendenti. Al contrario, la percentuale si riduce drasticamente tra coloro che operano in aziende con meno di 15 addetti.

In termini di distribuzione geografica, il 76% dei padri che usufruiscono del congedo risiede nel Nord Italia. Regioni come Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige registrano le maggiori adesioni, mentre nel Sud e nelle Isole la percentuale cala al di sotto del 39%.

L'introduzione del congedo di paternità nel 2012 si proponeva di promuovere un maggiore equilibrio nei compiti di cura tra i genitori. I dati dimostrano un costante incremento nell'utilizzo di questa misura: se nel 2013 ne beneficiava solo il 19,2% dei padri, attualmente la proporzione è salita al 64,5%. Tuttavia, il 35% dei padri aventi diritto opta ancora per non usufruirne.

"La condivisione della genitorialità migliora il benessere dei bambini e contribuisce a una distribuzione più equa delle responsabilità familiari", afferma Daniela Fatarella, direttrice generale di Save The Children. Gabriele Fava, presidente dell'INPS, evidenzia che il congedo rafforza il legame tra padre e figlio, promuovendo una maggiore parità tra uomini e donne nel contesto lavorativo.

Nonostante gli sviluppi compiuti, la discrepanza tra le regioni settentrionali e meridionali, oltre alla limitata partecipazione da parte di coloro che hanno contratti temporanei o redditi più modesti, mette in luce l'urgenza di interventi specifici. "È necessario estendere il congedo anche ai lavoratori autonomi e promuovere un cambiamento culturale che superi i vecchi stereotipi" conclude Fatarella. L'aumento nell'impiego del congedo di paternità rappresenta un segnale incoraggiante, tuttavia persistono ancora numerose sfide da affrontare per assicurare a tutti i padri italiani l'opportunità di partecipare attivamente ai primi giorni di vita dei propri figli.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter