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Recensioni cinematografiche del 2025
18 Marzo 2025 - 13:00
In un mondo dove i robot sono trattati come schiavi, una giovane ragazza si ribella e diventa la leader che sconfiggerà il male... letteralmente è così la trama della nuova pellicola diretta dai Fratelli Russo, "The Electric State", in streaming ora su Netflix. Il film, 'leggermente' ispirato da un fumetto del 2018 di Simon Stålenhag, vede nel suo cast principale Millie Bobby Brown, Chris Pratt, Ke Huy Quan, Stanley Tucci e Giancarlo Esposito.
Durante gli anni '90, in un periodo retrofuturistico, una guerra tra umani e robot (ribellati dalle loro mansioni di aiutanti e schiavi) vede Michelle (Millie Bobby Brown) unirsi ad un ex soldato ritirato (Chris Pratt), scoprire che cosa si cela dietro la macchina che alimenta i visori usati per la realtà virtuale, usate per essere in due posti nello stesso tempo, costruita dall'inventore Ethan Skate (Stanley Tucci). La ragazzina verrà accompagnata anche da un robot, Cosmo, che sembra abbia la coscienza del fratello Christopher, che Michelle pensava avesse perso nell'incidente dov'è rimasta orfana e, durante il loro viaggio, s'imbatteranno nei robot che, dopo la loro rivolta fallita, sono stati mandati in esilio.
Chris Pratt e Millie Bobby Brown in "The Electric State" (2025)
I Fratelli Russo (Joe e Antony) sono ormai conosciuti per aver portato sul grande schermo alcuni dei cinecomic più brillanti e straordinari del cinema del 21esimo secolo, "Avengers: Infinity War" e "Avengers: Endgame" per citarne giusto due. Eppure sembra che, dopo il 2020, ci sia stata una vera e propria precipitazione nella qualità dei cinecomic, e non solo della Marvel.
In "The Electric State", gli anni 90 sono rappresentati in maniera futuristica e retro ma mentre lo si guarda, si ha la strana sensazione che ci stiano provando fin troppo a rappresentare il periodo temporale, con delle musiche e delle canzoni che sembrano essere state messe nei momenti sbagliati. La recitazione del cast, purtroppo, rientra nell'argomento: Millie Bobby Brown e Chris Pratt potrebbero anche funzionare nella trama, così come per Stanley Tucci, Ke Huy Quan e Giancarlo Esposito (di cui si vede solamente il robot che usa da remoto e delle sue inquadrature lo si vede semplicemente mentre indossa e si toglie il visore della realtà virtuale) se non fosse per il fatto che la chimica scarseggi, forse anche dato dalla sceneggiatura priva di qualità e di battute banali e scontate. Stanley Tucci poteva essere un cattivo fenomenale (basti citare "Amabili resti" e ai cinefili sale l'ansia), soprattutto con Giancarlo Esposito come socio, ma purtroppo, non è stato il caso.
Un grande potenziale lo aveva anche Ke Huy Quan, che è un talento naturale, ma il suo personaggio è stato sprecato e non ci sono altri modi per descriverlo. Il suo coinvolgimento con Ethan Skate poteva essere approfondito più fortemente ma, per com'era impostata la trama, non è stato possibile.
Millie Bobby Brown, Chris Pratt e Ke Huy Quan in "The Electric State" (2025)
E dei robot che cosa si può dire? Sono stati dei personaggi secondari, che hanno svolto il loro ruolo di personaggi secondari. E basta.
I set e i costumi, d'altra parte, riproducono lo stile anni '90 con originalità e l'estetica retrofuturistica è anche piacevole agli occhi, almeno non sono come i green screen che (purtroppo) sono ormai diventati mandatori per non rivelare spoiler ai paparazzi e ai semplici curiosi.
In sostanza, "The Electric State" è un film a metà perché va a mettere tanti personaggi, più robot che umani, ha una bella estetica ma purtroppo ha una trama e una sceneggiatura banale e scontata, una risoluzione finale che si, va verso l'emotività ma che finisce di nuovo nella banalità e sforza troppo il ruolo della giovane donna che "cambierà il mondo", rispetto agli uomini che o sono cattivi, o sono dei "feel-good characters", ossia delle spalle comiche che fino alla fine devono, a tutti i costi, far strappare una risata, cosa che però si risulta in uno sbuffo. Un vero peccato.
Voto finale: 2.5/5
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