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Il gesto di solidarietà degli "Amici di Carlo Acutis" porta speranza nel reparto di pediatria dell'ospedale Morgagni di Forlì

L'associazione in memoria del santo più giovane d'Italia regala gioia ai piccoli pazienti

Il gesto di solidarietà degli "Amici di Carlo Acutis" porta speranza nel reparto di pediatria dell'ospedale Morgagni di Forlì

Carlo Acutis, il giovane beato che il 27 aprile 2025 sarà proclamato santo da Papa Francesco (il più giovane al mondo) ed esempio della fede cristiana tra i giovani d'Italia, ha ispirato l'associazione in suo nome chiamato "Amici di Carlo Acutis" della città di Forlì a condividere il messaggio di speranza e amore, fondamento dell'evangelo e della missione del giovane santo originario di Monza, ai piccoli pazienti del reparto di pediatria dell'ospedale Morgagni lo scorso sabato 28 dicembre. 

Un appuntamento che, come racconta la referente del gruppo, Raffaela Cesaro, è ormai una tradizione consolidata, ma che ogni anno si rinnova con emozione e significato. Il 2024 segna il primo decennio che il gruppo si reca in ospedale, un'iniziativa nata inizialmente come attività parrocchiale e che ha trovato nuova linfa nell'incontro con la figura di Acutis.

I ragazzi del gruppo non si sono limitati a portare doni materiali ai piccoli pazienti, ma hanno anche condiviso con loro canti natalizi, creando un'atmosfera di gioia e serenità. Tra i benefattori, la cartoleria "Il Temperino" di Forlì ha offerto molti dei doni consegnati. Al personale sanitario sono stati donati piccoli sassi dipinti raffiguranti angeli, simbolo del loro prezioso ruolo di custodi, e medaglioni a forma di cuore con la Sacra Famiglia, donati anche ai genitori dei bambini. Ma la donazione non si è fermata qui.



Da quattro anni, infatti, il gruppo è accompagnato dai Servi del Cuore Immacolato di Maria dell'Opera Nostra Signora di Fatima di Vecchiazzano, che offrono assistenza spirituale alle famiglie che lo desiderano. Molte famiglie si sono raccolte in preghiera, accogliendo con apertura di cuore la benedizione di Padre Rui e le parole di consolazione di Suor Elisabetta.

Il tutto fatto sempre nel nome di Carlo, che amava la vita e difendeva la dignità dei bambini, come afferma Cesaro, sottolineando come il loro impegno sia una testimonianza viva della devozione al giovane beato.

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