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Occupazioni a scuola
10 Aprile 2025 - 07:05
In un clima acceso da proteste e occupazioni che nelle ultime settimane hanno interessato diversi istituti del bolognese, l’Istituto superiore Majorana di San Lazzaro ha ospitato nella mattinata di mercoledì 9 aprile un incontro con le forze dell’ordine sul tema della legalità.
L’iniziativa, promossa su richiesta del dirigente scolastico e del consiglio dei docenti, è nata in seguito a voci sempre più insistenti su una possibile occupazione dell’istituto prevista per sabato. A confrontarsi con i rappresentanti di classe e d’istituto, convocati appositamente, sono stati il comandante della Polizia locale di San Lazzaro, Roberto Manara, e il comandante della stazione dei Carabinieri, Raffaele Iolo.
Durante l’incontro, i rappresentanti delle forze dell’ordine hanno illustrato il quadro normativo che regola le occupazioni scolastiche, spiegando agli studenti le conseguenze legali di tali azioni. In particolare, è stato ricordato che l’occupazione di edifici pubblici come le scuole può configurarsi come reato ai sensi dell’articolo 633 del codice penale (“Invasione arbitraria di terreni o edifici”), con pene che possono arrivare fino a due anni di reclusione.
Gli studenti hanno posto domande e richiesto chiarimenti, soprattutto in merito alla differenza tra occupazione e autogestione. Le autorità hanno invitato i presenti a condividere con il resto della comunità studentesca quanto discusso, affinché tutti fossero consapevoli delle implicazioni legali di eventuali iniziative.
Tuttavia, l’incontro ha suscitato reazioni contrastanti. Nel pomeriggio, il collettivo OSA Bologna (Opposizione Studentesca d’Alternativa) ha pubblicato un post sui propri canali social, corredato da una foto dell’incontro, in cui definisce l’iniziativa come una “minaccia”: “Polizia e carabinieri sono entrati al Majorana – si legge nel post – e hanno fatto convocare tutti i rappresentanti per ‘informarli’ delle conseguenze penali se decideranno di occupare la propria scuola”.
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Dalla dirigenza scolastica, tuttavia, si sottolinea che l’incontro aveva finalità esclusivamente informative e preventive, in un momento di particolare tensione tra le mura scolastiche. Nessuna intimidazione, spiegano, ma un’occasione per riflettere – anche sul piano giuridico – sulle forme di protesta.
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