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Omicidio della vigilessa: Giampiero Gualandi di nuovo davanti al riesame per i domiciliari

Dopo aver trascorso il Natale tra le mura domestiche, l'ex comandante attende la decisione dei giudici

Omicidio della vigilessa: Giampiero Gualandi di nuovo davanti al riesame per i domiciliari

Foto di repertorio

Giampiero Gualandi, l'ex comandante della polizia locale di Anzola, ha trascorso il Natale tra le mura domestiche. Accusato dell'omicidio della collega Sofia Stefani, Gualandi è stato scarcerato con il braccialetto elettronico, una decisione che la procura ha prontamente impugnato. Il 63enne, assistito dall'avvocato Claudio Benenati, spera di restare fuori dal carcere in attesa del processo, previsto per il 17 febbraio. Ora la decisione passa nelle mani dei giudici del Riesame di Bologna, che dovranno decidere se confermare o revocare la misura dei domiciliari.



Il 16 maggio 2024, Sofia Stefani è stata uccisa negli uffici del comando della polizia locale. Un colpo allo zigomo, partito dalla pistola di ordinanza di Gualandi. L'ex comandante sostiene che si sia trattato di un tragico incidente, uno sparo accidentale durante una colluttazione. Tuttavia, i pubblici ministeri Stefano Dambruoso e Lucia Russo non sono dello stesso avviso. Le indagini, supportate da consulenze balistiche, informatiche e medico-legali, hanno portato alla conclusione che si tratti di omicidio volontario, aggravato da futili motivi e dalla relazione affettiva che legava i due.



Per il giudice per le indagini preliminari (GIP) Domenico Truppa e l'avvocato difensore Benenati, Gualandi non rappresenta un pericolo di fuga di inquinamento delle prove. Inoltre, sostengono che il rischio di reiterazione del reato sia inesistente, poiché l'ex comandante non si troverebbe più sotto la pressione emotiva che avrebbe portato alla morte di Sofia Stefani. Tuttavia, la procura insiste affinché Gualandi torni in carcere, ritenendo che la gravità del reato e le circostanze aggravanti non giustifichino la concessione dei domiciliari.

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