Maltrattamenti e minacce in famiglia: caso di cronaca giudiziaria a Mirandola

A Mirandola, due donne si sono rivolte alla Polizia Locale per denunciare una spirale di minacce e maltrattamenti. L’uomo coinvolto, legato da vincoli di parentela con una delle vittime e da una relazione affettiva con l’altra, è accusato di maltrattamenti in famiglia e atti persecutori.

Le indagini, coordinate con le Procure di Modena e Mantova, hanno portato alla luce una serie di comportamenti vessatori: minacce di morte, atti intimidatori e persecuzioni attraverso messaggi in chat. Per tutelare le vittime, le autorità hanno imposto all’indagato due misure cautelari personali: il divieto di avvicinamento e il monitoraggio tramite braccialetto elettronico.

Un ulteriore elemento inquietante è emerso durante l’inchiesta: nella casa di una delle donne è stato rinvenuto un dispositivo per intercettazioni audio abusive, sequestrato e sottoposto a perizia tecnica. Gli accertamenti hanno confermato che l’uomo spiava la vittima da mesi, ascoltando le conversazioni private che si svolgevano nella sua abitazione.

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Con l’autorizzazione della Procura di Mantova, la Polizia Locale ha eseguito una perquisizione presso l’abitazione dell’indagato. L’operazione ha portato al sequestro di numerosi dispositivi elettronici, tra cui GPS tracker e schede SIM, oltre a una quantità di sostanza stupefacente, anch’essa confiscata.

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Le indagini, durate sei mesi e condotte dal Nucleo di Polizia Giudiziaria di Mirandola, sono ora in attesa degli esiti delle analisi tecniche sui dispositivi sequestrati. I risultati saranno determinanti per delineare l’entità delle intercettazioni effettuate e completare il quadro investigativo.

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L’ultima parola spetta all’Autorità Giudiziaria, che dovrà accertare la colpevolezza o l’innocenza dell’uomo, il quale rimane presunto innocente fino a sentenza definitiva.