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Accoltellatore di Villa Verucchio

Il caso di Muhammad Abdallah Abd Hamid Sitta: parla il presidente della comunità egiziana

"Era un bravo ragazzo lasciato solo ad affrontare lo squilibrio mentale"

Aly Harhash, ex docente universitario e presidente della comunità egiziana, ha espresso la sua sul caso di Muhammad Abdallah Abd Hamid Sitta, il 23enne che, la notte di Capodanno a Villa Verucchio, ha aggredito quattro passanti con un coltello, prima di essere fermato definitivamente dal comandante della stazione dei carabinieri.

Harhash ha descritto Muhammad come "un bravo ragazzo" che, come molti altri, aveva cercato di costruirsi un futuro migliore in Italia. Arrivato nel 2022 su un barcone, Muhammad aveva vissuto un'odissea tra vari centri di accoglienza, approdando infine a Rimini. Nonostante avesse ottenuto lo status di protezione internazionale e fosse entrato in una cooperativa per il suo inserimento sociale, la sua vita era caratterizzata da lavori precari e un crescente isolamento.



Secondo il presidente, i primi segni di squilibrio mentale del ragazzo sarebbero emersi circa sei mesi prima dell'aggressione. Gli amici, preoccupati, lo avevano portato più volte all'ospedale Infermi di Rimini, dove gli erano stati prescritti farmaci antipsicotici. Tuttavia, nessuno si era assicurato che seguisse le cure, e il suo stato mentale era peggiorato.

A peggiorare ulteriormente la situazione di Muhammad è stata una rapina subita ai primi di dicembre. Aggredito da alcuni marocchini, aveva perso soldi, documenti e il monopattino che utilizzava per spostarsi. Questo episodio lo aveva gettato in uno stato di prostrazione, convincendolo che l'unico modo per tornare in Egitto fosse compiere un gesto eclatante. "Non era né un terrorista né un fanatico religioso", sottolinea Harhash, "ma un ragazzo, lasciato solo da chi avrebbe dovuto assisterlo".



Il 31 dicembre, Muhammad è stato visto in stato confusionale nei pressi della moschea di Rimini. Secondo un conoscente, farfugliava frasi senza senso e cercava denaro per acquistare benzina. Quella sera, tornato a casa a Villa Verucchio, ha preso un coltello da cucina e ha compiuto la tentata strage che ha portato alla sua morte.

Adesso, Harhash insieme alla comunità egiziana di cui è leader, sta assistendo in queste ore i genitori del ragazzo, arrivati da poco nella città per coordinare la resistituzione del corpo e il ritorno in Egitto per l'ultimo saluto.

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