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Caso di truffa

Rimini: noto chirurgo assolto per lieve entità del fatto, ma condannato a risarcire le spese legali della paziente

L'accusa era stata fatta da una paziente 46enne

Rimini: noto chirurgo assolto per lieve entità del fatto, ma condannato a risarcire le spese legali della paziente

La giustizia ha fatto il suo corso nel caso che ha visto protagonista un noto chirurgo riminese di 71 anni, accusato di aver truffato una paziente 46enne.

Tutto ha inizio nel 2017, quando la donna si rivolge al chirurgo per un problema al polso. Il primo incontro non soddisfa la paziente, che decide di consultare altri specialisti. Tuttavia, la fama del medico, riconosciuto come uno dei massimi esperti nella patologia di cui soffre, la convince a tornare da lui. Dopo un secondo incontro, la donna opta per un intervento chirurgico presso una casa di cura riminese. Al termine dell'operazione, il chirurgo le comunica che sono state riscontrate ulteriori lesioni, richiedendo un altro intervento.



È qui le versioni dei fatti divergono: la paziente sostiene che il medico le abbia prospettato un secondo intervento in regime privatistico, con un preventivo di quasi 9mila euro, affermando che non fosse possibile eseguirlo a carico del Servizio Sanitario Nazionale. La clinica conferma che l'intervento poteva essere eseguito in regime di accreditamento, ma che il chirurgo aveva scelto di operare in libera professione.

Il chirurgo, difeso dall'avvocato Piero Venturi, ha sempre sostenuto la sua innocenza. In aula, ha spiegato di non aver mai affermato che l'intervento non rientrasse tra quelli convenzionati. Ha chiarito che, data la complessità e il costo elevato, l'intervento veniva eseguito solo in regime privatistico. Ha inoltre sottolineato che le case di cura preferiscono interventi semplici e di basso costo, rientranti nei tetti di spesa pubblici.



Il giudice monocratico del tribunale di Rimini ha riconosciuto che il chirurgo aveva fatto dichiarazioni fuorvianti, inducendo la paziente in errore. Tuttavia, considerando la lieve entità del fatto e l'assenza di precedenti penali, ha deciso di assolverlo dall'accusa di truffa. Il medico è stato comunque condannato a risarcire la paziente, costituitasi parte civile con l'avvocato Michele Vaira del foro di Foggia, con una provvisionale di 5 mila euro e al pagamento delle spese legali, quantificate in 4 mila euro.

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