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A Rimini c'è un enorme incremento degli infortuni e delle morti sul lavoro con 4.856 infortuni denunciati

C'è un aumento del 166% delle morti sul lavoro nel 2024

A Rimini c'è un enorme incremento degli infortuni e delle morti sul lavoro con 4.856 infortuni denunciati

C'è stato un grande aumento degli infortuni e delle morti sul lavoro nella provincia di Rimini. Nel periodo gennaio-novembre 2024, Rimini ha registrato otto infortuni mortali, un incremento del 166,7% rispetto all'anno precedente, quando i decessi erano stati "soltanto" tre. Questo dato allarmante colloca la provincia in cima alla classifica delle denunce di infortuni in Emilia-Romagna, con un totale di 4.856 casi, segnando un aumento del 3,6% rispetto al 2023.



In Emilia-Romagna, nei primi undici mesi del 2024, sono morte 91 persone per cause legate al lavoro, con un'età media prevalente tra i 41 e i 65 anni. Questo numero supera quello del 2023, quando i decessi erano stati 84. I settori più colpiti continuano a essere l'industria e i servizi, con un fenomeno preoccupante: l'aumento delle morti tra gli ultra 65enni. La provincia di Rimini, che nel 2023 era considerata la più sicura della regione, ha visto un'inversione di tendenza che solleva interrogativi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Oltre agli infortuni mortali, Rimini ha registrato un aumento delle denunce di malattie professionali del 24,6%, con 496 casi nel 2024. Questo incremento è in linea con il trend regionale, che ha visto un aumento del 14,7% delle denunce, passando da 6.033 nel 2023 a 6.922 nel 2024. Tra le patologie più comuni, quelle legate al sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo rappresentano il 73,8% delle denunce a Rimini, un dato leggermente inferiore alla media regionale del 78,8%.



La fascia d'età più colpita dagli infortuni è quella tra i 41 e i 65 anni. Il settore dei servizi, alloggio e ristorazione è quello con il maggior numero di infortuni, con 556 casi, in aumento rispetto al 2023. Anche i settori della sanità e del sociale hanno visto un incremento significativo, con 400 infortuni rispetto ai 358 dell'anno precedente. Altri settori ad alta incidenza di infortuni includono le costruzioni, il commercio all'ingrosso e la riparazione di autoveicoli, il noleggio e i servizi di supporto alle imprese, oltre al settore metalmeccanico.

Di fronte a questi dati preoccupanti, la Cgil di Rimini ha sottolineato la necessità di riattivare il tavolo provinciale su legalità e sicurezza. L'obiettivo è raggiungere un accordo che coinvolga sia il settore pubblico che quello privato per invertire. Un aspetto cruciale è il rafforzamento degli organismi di vigilanza, ritenuti inadeguati rispetto alle esigenze reali. La Cgil chiede anche un miglior coordinamento delle attività ispettive e la creazione di un sistema integrato che metta in rete le banche dati di Inps, Inail e delle camere di commercio.



La Cgil di Rimini conclude con una richiesta forte: l'introduzione del reato di omicidio sul lavoro nel codice penale e la creazione di una procura speciale a livello nazionale dedicata esclusivamente a questa materia. Questo, secondo il sindacato, rappresenterebbe un segnale forte di tutela della vita dei lavoratori, in un contesto in cui la qualità del lavoro e la sicurezza sembrano deteriorarsi rapidamente.

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