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La statistica
12 Novembre 2024 - 15:04
Il 63% dei lavoratori italiani ha una percezione positiva del proprio posto di lavoro, ma dietro questo dato c'è un profondo malessere. Più di un lavoratore su due ammette di essere sotto stress ogni giorno. E la situazione non migliora, con il 36% dei dipendenti intenzionato a cambiare lavoro nei prossimi sei mesi. La ricerca, condotta da ManpowerGroup attraverso il Global Talent Barometer, mostra come il malessere stia crescendo a causa di una combinazione di fattori: dalla mancanza di opportunità di carriera alla difficoltà di mantenere un equilibrio tra vita privata e professionale.
Mentre il 75% degli intervistati trova ancora significato nel proprio impiego, la verità è che il semplice scopo non basta più. Il malessere psicologico cresce in parallelo con la difficoltà di ottenere promozioni e crescere professionalmente. In Italia, infatti, solo il 57% dei lavoratori si sente supportato dai propri manager per lo sviluppo della carriera, e molti temono di non poter avanzare.
I dati più sorprendenti riguardano le nuove generazioni. La Generazione Z (i giovani tra i 18 e i 25 anni) è la più stressata: ben il 57% di loro dichiara di sentirsi sopraffatta/o dal lavoro. Inoltre, il 49% di questi giovani è pronto a cambiare impiego nei prossimi sei mesi, un dato significativamente più alto rispetto alla media generale.
Ma non è solo lo stress a colpire la Gen Z. Il 63% di loro afferma di avere difficoltà a trovare un significato nel proprio lavoro, e la maggior parte di loro cerca opportunità di carriera che possano offrire maggiore soddisfazione e crescita. Il fatto che il 68% dei giovani ritenga di non avere opportunità di sviluppo all’interno dell’azienda è un indicatore chiaro di un mercato del lavoro che non riesce a soddisfare le loro aspettative.
Le disparità regionali sono significative: al Sud e nelle Isole, il 30% dei lavoratori teme di perdere il posto di lavoro, un dato nettamente superiore rispetto al Nordovest (24%) e al Nordest (22%). Inoltre, nel Centro Italia c’è una percezione più alta di possibilità di miglioramento delle competenze (77%) e della carriera (61%).
Anche i settori fanno la loro parte: i più stressati si trovano nei beni di consumo e nei servizi (61%), seguiti dalla sanità e life sciences (59%). Il settore dei trasporti, logistica e automotive, invece, presenta i tassi più bassi di stress (38%) e di intenzione di cambiamento (15%).
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