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Rubrica Road to the Oscars 2025

Flow: una storia senza dialoghi ma piena di meraviglia visiva

Una breve recensione sul film di Gints Zilbalodis

Flow: una storia senza dialoghi ma piena di meraviglia visiva

I fan degli animali lo aspettavano fin dall'uscita del trailer, e adesso è un concorrente per la statuetta agli Oscars 2025. "Flow", diretto da Gints Zilbalodis non è solo candidato per Miglior Film d'Animazione, ma anche per Miglior Film Straniero: Zilbalodis, nato in Lettonia, ha prodotto la sua pellicola di soli 80 minuti nel paese d'origine e anche in Francia (partendo da Parigi dal quale era partita la produzione, fino a Marsiglia) e in Belgio, nella capitale Bruxelles.

LA STORIA

Il film racconta di un gatto in un mondo dove l'umanità si è estinta e il verde della natura e il blu incontaminato del cielo e dell'oceano regnano. Un giorno, la maree iniziano ad alzarsi invadendo l'intera superficie e il gatto, per salvarsi dall'acqua, sale a bordo di una barchetta guidata da un capybara. Nel corso del viaggio, si aggiungono tra i superstiti un cane labrador (il quale faceva parte di un branco che all'inizio del film inseguiva il gatto), un lemure cacciatore d'oro e un serpentario ferito e bandito dal suo stormo. Questa ciurma insolita dovrà navigare le acque inesplorate senza destinazione e il gatto, animale molto solitario e sedentario per natura (come attesta la casa di legno nel quale dorme all'inizio della pellicola), dovrà adesso imparare a lavorare in squadra e affrontare la sua paura per l'acqua. A completare questa crew, anche se in maniera sfuggente, una balena che guida la barca mancando gli ostacoli per portarla a in salvo nel nuovo mondo.

IL CINEMA, LINGUAGGIO UNIVERSALE

"Flow" è uno spettacolo visivo di cui il suo regista non vuole tenere nascosti i suoi segreti. Infatti, nel suo account instagram, Zilbalodis mostra i vari processi che hanno portato alla realizzazione della sua opera, partendo dagli Dream Well Studios in Lettonia alle ispirazioni per i personaggi. Il cane labrador è ispirato all'attuale cane del regista, il quale era presente all'annuncio delle candidature agli Oscars, mentre il gatto è ispirato al primo animale domestico che Zilbalodis ha avuto da bambino, un shorthair dal manto grigio e non nero, come molti spettatori credevano. Il film, tra l'altro, è un remake di un cortometraggio creato dallo stesso Zilbalodis ad appena 18 anni, oltre un decennio prima, chiamato "Aqua" il quale dava una premessa tematica molto simile a quella di "Flow".

Il particolare essenziale del film è l'assenza dei dialoghi: gli unici suoni sentiti dall'orecchio sono i versi degli animali e la musica rilassante e calmante scritta e condotta dallo stesso regista con la collaborazione del compositore connazionale Rihards Zalupe. L'assenza di dialoghi non è una novità per Zilbalodis, già lo aveva sperimentato nella sua prima pellicola del 2019 "Away", e la ragione è per rimarcare quello che è il cinema, cioè un linguaggio universale, che parla a tutti attraverso punti di vista più svariegati. Ci si può usare di un semplice gattino per comunicare un messaggio più grande al quale noi esseri umani non abbiamo prestato subito attenzione. Per "Flow", quel messaggio risiede nelle possibilità che la vita porta nelle circostanze incerte. In una situazione di isolamento, come ci si comporta? Se si è su una barchetta con pochi viveri e l'intero oceano davanti senza una rotta per cui andare, dove risiede la nostra speranza?

Il gatto, che ha visto la sua normalità svanire sotto le acque, realizza che per sopravvivere in questo nuovo mondo, deve cambiare il suo atteggiamento e seguire la corrente: inizia a lavorare in squadra con gli altri animali, impara a nuotare e pescare e cambia idea sul cane, che prima vedeva come un nemico e alla fine del film, lo considera come parte della sua nuova vita.

UN'ANIMAZIONE DA VIDEOGIOCO

La bellezza di "Flow" non risiede solamente nella sua storia o nella sua musica zen, ma anche nell'animazione naturalistica e fluida creata dal team di produttori: quando si guarda la pellicola, si ha quasi la sensazione di star giocando ad un videogioco e l'effetto è stato creato attraverso la creazione di un enorme ambiente tridimensionale nel quale sono state posizionate telecamere virtuali per la realizzazione in tempo reale.

E per gli animali invece sono stati utilizzati riferimenti video per ricreare i movimenti, mentre per i versi, sono stati registrati direttamente dalle stesse fonti. Infatti i tecnici del suono si sono recati personalmente allo zoo per registrare i versi del capybara e del lemure, mentre per il gatto sono stati presi i versi dell'animale domestico del sound designer Gurwal Coic-Gallas, così come mostrato dal video condiviso dai produttori del film.

"Flow" di Gints Zilbalodis è uno di quei film d'animazione che lascia lo spettatore più rilassato di quando si è seduto sulla poltrona della sala, ma anche con la possibilità di riflettere su molti aspetti della natura non solo del mondo esterno ma anche dell'interiorità umana ancora inesplorata e allo stesso tempo magica.

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