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12 Febbraio 2025 - 07:50
Foto di repertorio
Restituire la voce a chi l'ha perduta e ridefinire il rapporto tra uomo e macchina: questi sono gli obiettivi delle più recenti ricerche intraprese da Meta, che promettono di rivoluzionare la nostra comprensione dell'intelligenza umana. Il gigante tecnologico, guidato da Mark Zuckerberg, ha presentato innovativi studi collaborando con alcuni dei più importanti istituti di neuroscienze e intelligenza artificiale, delineando scenari che, solo pochi anni fa, sembravano appartenere alla fantascienza.
Tra i progetti più ambiziosi sviluppati dal laboratorio FAIR (Research in Intelligenza Artificiale Fondamentale) di Meta, emerge un modello di intelligenza artificiale capace di decodificare il linguaggio dal cervello con un'accuratezza mai vista prima. Attraverso tecniche avanzate di magnetoencefalografia (MEG), i ricercatori sono riusciti a interpretare le frasi pensate dai partecipanti con un'accuratezza dell'80%, raddoppiando la precisione rispetto alle tecnologie attuali basate sull'elettroencefalografia.
Si tratta di un progresso significativo verso la realizzazione di interfacce cervello-computer, in grado di restituire la capacità di comunicare a persone che ne sono prive. Un ulteriore campo di ricerca riguarda la trasformazione dei pensieri in azioni motorie. Grazie alla collaborazione con il Basque Center on Cognition, Brain and Language, il team di FAIR ha ricostruito frasi complete partendo dai segnali cerebrali, rivelando il modo in cui il cervello organizza le parole prima che vengano pronunciate.
"Decifrare il codice neurale del linguaggio umano è una delle sfide più complesse delle neuroscienze e dell'intelligenza artificiale", sottolineano i rappresentanti di Meta. Per affrontare tale sfida, l'azienda collabora con alcune tra le istituzioni più prestigiose del settore, tra cui NeuroSpin (CEA), Inria, ENS-PSL, CNRS e la Rothschild Hospital Foundation di Parigi. Le ambizioni di Meta, tuttavia, non si arrestano alla comprensione del linguaggio. Un ulteriore ambito di sviluppo concerne la creazione di robot capaci di interagire con gli esseri umani in modo sempre più naturale. In quest'ottica, si inserisce PARTNR, un framework di ricerca open source progettato per addestrare le macchine a comprendere e rispondere ai bisogni delle persone in tempo reale. Testato con successo su robot, PARTNR ha superato i parametri di riferimento relativi a velocità e prestazioni, riuscendo a scomporre azioni complesse per migliorare l'interazione con gli utenti.
Il sistema, basato su un ampio dataset e su simulazioni avanzate, mira a creare robot umanoidi in grado di supportare l'uomo nella vita quotidiana, dalle consegne ai compiti domestici. Per sviluppare questa tecnologia, Meta ha sfruttato l'esperienza acquisita con le sue piattaforme di simulazione Habitat, utilizzate per addestrare i robot in ambienti virtuali prima di testarli nel mondo reale. Grazie a Habitat 3.0, l'azienda sta ora sperimentando modelli più sofisticati, capaci di adattarsi dinamicamente ai comportamenti e alle esigenze degli utenti.
L'obiettivo finale? Creare sistemi avanzati di intelligenza artificiale (Advanced Machine Intelligence, AMI), in grado di comprendere e rispondere a bisogni umani complessi. Dall'elaborazione del linguaggio alla robotica, Meta sta tracciando una nuova direzione nel rapporto tra uomo e macchina. Se questi studi manterranno le loro promesse, il futuro potrebbe essere più vicino di quanto immaginiamo: un futuro in cui l'intelligenza artificiale non sarà più un semplice strumento, ma un vero e proprio alleato per la nostra comunicazione, il nostro lavoro e la nostra vita quotidiana.
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