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14 Febbraio 2025 - 19:00
Foto di repertorio
In occasione della festa di San Valentino, i tradizionali cioccolatini rappresentano un impegno economico più significativo rispetto al passato. La causa principale di questo rincaro è attribuibile al riscaldamento globale, una conseguenza delle attività antropiche che sta mettendo a dura prova le coltivazioni di cacao, con ripercussioni dirette sui prezzi di mercato e, di conseguenza, sui prodotti dolciari.
I cambiamenti climatici stanno avendo un impatto negativo anche sui raccolti, minacciando carestie e crisi economiche nelle comunità agricole più fragili. Tra le coltivazioni maggiormente colpite vi è proprio quella del cacao, una risorsa fondamentale per l’industria dolciaria mondiale e per il sostentamento di milioni di individui. Un recente studio mette in evidenza come le piantagioni si trovino ad affrontare gravi difficoltà a causa dell'emergenza climatica.
Le condizioni climatiche estreme registrate nel 2023 e nel 2024, caratterizzate da piogge intense e temperature record, hanno devastato i raccolti in Costa d'Avorio, Ghana, Camerun e Nigeria. Questi paesi, insieme, detengono il 70% della produzione mondiale di cacao. La conseguenza di tali eventi? Un’impennata senza precedenti nel costo della materia prima.
Osservando i dati, si nota che fino a qualche anno fa una tonnellata di cacao poteva essere acquistata per una cifra compresa tra i 2.000 e i 3.000 dollari. Tuttavia, mercoledì 12 febbraio 2025, il prezzo ha superato i 10.000 dollari, raggiungendo un picco di 12.500 dollari a dicembre 2024, secondo quanto riportato dall'Agence France-Presse. Questo aumento vertiginoso ha inevitabilmente fatto lievitare il costo di torroni, panettoni e dolci al cioccolato durante le festività natalizie, con incrementi fino al 50% per alcuni marchi.
Oggi, 14 febbraio, l'effetto di questo aumento è evidente anche sui tradizionali cioccolatini donati agli innamorati. Le principali aziende dolciarie hanno già adeguato i listini, annunciando in più occasioni incrementi di prezzo per fronteggiare la rapida ascesa del costo del cacao nei mercati di Londra e New York.
I dati del rapporto di Christian Aid sono allarmanti: negli ultimi dieci anni, nelle principali aree di coltivazione, si è registrato un aumento medio di tre settimane con temperature superiori ai 32 °C – il limite critico per la crescita delle piante di cacao – tra marzo e ottobre, il periodo di maggiore produttività. Solo nel 2024, oltre il 70% delle zone analizzate ha vissuto almeno 42 giorni di caldo estremo, con ripercussioni gravi sulla quantità e qualità del raccolto.
La crisi climatica, dunque, non è più una minaccia remota. Si manifesta nei gesti quotidiani, come l’acquisto di una confezione di cioccolatini. Con l'aumento del costo del cacao, il simbolo dolce dell’amore rischia di diventare sempre più un bene di lusso.
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