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Rubrica Road to the Oscars 2025

Anora: quando i soldi (non) fanno la felicità

Una breve recensione sul film di Sean Baker

Anora: quando i soldi (non) fanno la felicità

Una favola senza lieto fine. È la definizione che daremo alla pellicola realizzata da Sean Baker, "Anora", candidato agli Oscar in 6 categorie, di cui quattro solo il regista, il nono a ricevere questo numero di candidature nella storia del premio (Walt Disney ne aveva ricevute 9 nell'edizione del '54). Oltre a Baker, le altre due candidature sono andate alla sua protagonista Mikey Madison e al suo personaggio secondario Yura Borisov

LA STORIA

Ani (corto per Anora) è una giovane spogliarellista di New York che, in una normale serata a lavoro, incontra il figlio 21enne viziato di un oligarca russo, Ivan "Vanya" Zakharov, che si trova in America per vacanze. Nonostante le loro differenze, i due sviluppano rapidamente una relazione intensa e decidono impulsivamente di sposarsi a Las Vegas. Tuttavia, la notizia del loro matrimonio raggiunge la famiglia di Vanya in Russia, scatenando una serie di eventi che mettono a rischio la loro unione.

UNA FINE NON LIETA (SPOILER ALERT)

La pellicola di Sean Baker è, al momento, tra i preferiti a vincere Miglior Film e per delle cause giustissime. Partendo dalla magistrale direzione del regista, Baker era conosciuto per il suo stile realistico e il suo approccio umanistico al cinema, spesso raccontando storie di personaggi ai margini della società come in "Tangerine" e "The Florida Project".

Baker con "Anora" ha presentato le vite delle spogliarelliste attraverso Ani, non solo con i loro corpi seducenti e i loro movimenti sinuosi ma anche con una sensibilità e una forza che va oltre lo semplici spogliarsi. E qui entra in gioco la spettacolare Mikey Madison, la quale aveva trovato il successo grazie a Quentin Tarantino e "C'era una volta... a Hollywood". La principessa di cui le donne avevano bisogno, non solo per il suo essere un letterale banshee (che dal gaelico viene tradotto come uno spirito urlante, come mostrato in una precisa scena), ma anche per la sua sensibilità e il suo carisma. Ma la sua interpretazione è stata resa possibile anche grazie al regista, che ha scritto i personaggi in base all'attore e attrice che l'ha interpretato. Da Anora a Ivan fino agli scagnozzi russi e armeni dei genitori di Vanya, Baker ha saputo tirare fuori i lati più nascosti e repressi degli attori che precedentemente non si erano ancora visti.

E a proposito degli scagnozzi: il trio inviato dalla madre di Vanya per riportarlo in Russia è guidato dall'attore armeno Karren Karagulian, storico collaboratore di Baker, affiancato da un altro attore armeno, Vache Tovmasyan, comico e showman, e dal russo Yura Borisov, la cui performance è stata acclamata dalla critica e non solo dalla nomination agli Oscar. Nel film, le lingue russa e armena si contrappongono rendendo il senso di realtà del film molto più tangibile. Karagulian in particolare, è fin troppo sottovalutato: la sua performance come Toros, intercambiando tra le due lingue e la sua frustrazione da "middle-aged middle manager" (dovendo sempre rincorrere dietro a Ivan fin da bambino) doveva essere riconsciuta dall'Accademy, per la sua capacità di combinare elementi tragici e comici, rendendo il suo personaggio uno dei punti salienti del film.

Ma andiamo al clou del discorso: "Anora" può essere definita una storia senza lieto fine perché (spoiler) la storia d'amore tra Vanya e Ani finisce con un divorzio che ha sconvolto Ani, nonostante non lo faccia vedere subito. Lei, che è abituata alla forma fisica e superficiale dell'amore attraverso il sesso, non aveva mai provato un sentimento così intenso se non per Ivan, ma che viene distrutto dalla debolezza e dall'assoluta immaturità del ragazzo (interpretato da Mark Eydelshteyn, considerato come il "Timothée Chalamet russo") che voleva solo fare le cose da ricco bamboccione senza il minimo riguardo per i sentimenti altrui e le responsabilità

Al contrario, Igor (Borisov) alla fine del film si rivela essere il vero 'eroe' per Ani. Igor, scagnozzo e osservatore esterno allo stesso tempo, che al primo incontro con Ani non voleva assolutamente farle del male, sapeva fin da subito che lei era solo una vittima e che meritava rispetto e comprensione, nonostante avesse posto (una violenta) resistenza. Prima di difendersi, voleva conoscerla e capirla e quando l'ha fatto e ha visto il suo dolore prima che lo vedesse lei, ha fatto tutto quello che era possibile per farla sentire protetta e rispettata, prova definitiva è la scena del divorzio dove prima di andare via, ha rispettosamente chiesto ai genitori di Vanya che quest'ultimo chiedesse scusa ad Ani per tutto il dolore che le ha causato. Come ha argomentato una fan: "La scena finale è l'unica scena dove Ani sperimenta davvero una connessione umana reciproca, la prima volta per lei dopo tanto tempo a quanto sembra. E l'addolora perché non si aspettava che il suo 'principe azzurro' fosse questo umile e normale ragazzo che non lo può dare la vita opulenta della quale era intossicata a sognare". 

In conclusione, Anora non racconta la versione in vita reale e rivisitata di Cenerentola, ma si distacca dal classico dando una rappresentazione di come va davvero la vita se ci si immischia nelle tossiche vite di chi vedono gli altri come inferiori sotto il peso della loro ricchezza. Ani alla fine è grata di non essere più parte della famiglia di Vanya perché appunto la sua brillantezza (come suggerisce il significato del suo nome) non merita l'immoralità ingannevole che viene acquistata con denaro sporco. È l'ennesima prova che i soldi non fanno e non faranno mai la felicità e che l'amore, quello vero, non potrà mai essere comprato e se accade, lo è ad un prezzo troppo caro.

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