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Economia
28 Marzo 2025 - 07:30
Il concetto di un euro digitale emerge come una delle più rilevanti innovazioni attualmente discusse nel contesto economico europeo, con la capacità di rivoluzionare la modalità con cui i cittadini dell'Unione Europea effettuano transazioni. Questo ambizioso progetto aspira a consolidare l' autonomia strategica del continente, diminuendo la dipendenza dai circuiti di pagamento internazionali e promuovendo un sistema finanziario più sicuro, efficiente e inclusivo. Sin dal 2020, la Banca Centrale Europea (BCE) ha intrapreso un percorso mirato all'introduzione dell'euro digitale, una versione elettronica del contante. Christine Lagarde, presidente della BCE, ha recentemente espresso come questo progetto sia "più necessario che mai". L'introduzione dell'euro digitale non intende sostituire il contante tradizionale, bensì affiancarlo, fornendo un metodo di pagamento sicuro, facilmente accessibile e universalmente accettato in tutta l'Eurozona.
Modalità di Funzionamento dell'Euro Digitale
Nicola Branzoli, responsabile della divisione normativa presso Bankitalia, chiarisce che l'euro digitale sarà emesso direttamente dalla BCE e reso ampiamente disponibile ai cittadini. Gli utenti, attraverso un portafoglio elettronico fornito da intermediari sia pubblici sia privati, potranno ricaricare euro digitali e realizzare pagamenti istantanei, sicuri e privi di commissioni, anche in assenza di una connessione internet. L'intento dell'euro digitale è di stabilire un equilibrio tra la moneta pubblica e quella privata in un'era caratterizzata da crescente digitalizzazione.
Con il progressivo calo nell'uso del contante, l'eurosistema desidera garantire l'accesso a uno strumento di pagamento pubblico e affidabile. Tuttavia, permangono interrogativi cruciali, come l'imposizione di limiti sulla detenzione degli euro digitali nei portafogli elettronici, al fine di evitare potenziali rischi di instabilità finanziaria. Un vantaggio strategico dell'euro digitale risiede nella diminuzione della dipendenza dai circuiti di pagamento globali. Attualmente, circa due terzi delle transazioni digitali nell'Eurozona si avvalgono di sistemi extracomunitari, comportando costi maggiori e potenziali interruzioni del servizio per l'UE. Creare un’infrastruttura europea autonoma rappresenterebbe un passaggio cruciale verso una maggiore sicurezza finanziaria. Oltre a promuovere l'innovazione nel settore dei pagamenti, l'euro digitale migliorerebbe anche la protezione della privacy. I dati delle transazioni sarebbero gestiti da enti europei, riducendo il rischio di interferenze esterne e tutelando la riservatezza degli utenti.
L'euro digitale si pone altresì come risposta alla volatilià delle criptovalute, note per i rischi elevati associati. A differenza delle criptovalute come Bitcoin o delle stablecoin private, l'euro digitale conserverebbe sempre il suo valore nominale, essendo emesso e garantito dalla BCE, offrendo così un'opzione di pagamento più stabile e sicura. La BCE, insieme alle banche centrali dei vari paesi, sta intensificando gli sforzi per rendere l'euro digitale una realtà operativa. Dopo l'avvio della fase preparatoria previsto per novembre 2023, ci si attende che la sperimentazione termini entro la fine del 2025. Tuttavia, è ancora necessario affrontare e risolvere questioni cruciali, come il raggiungimento di un equilibrio tra gli interessi degli stakeholder coinvolti e la definizione di una cornice normativa adeguata. Se gestito con attenzione e trasparenza, l'euro digitale potrebbe evolversi in un pilastro fondamentale del futuro finanziario europeo, assicurando sicurezza, efficienza ed inclusione, e potenziando l' indipendenza economica dell'Unione Europea nel panorama globale.
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