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Parassiti del Mais
07 Aprile 2025 - 07:00
La diabrotica del mais
Negli Stati Uniti, nella celebre Corn Belt, la speranza riposta nella coltivazione del mais geneticamente modificato ha subito una battuta d'arresto inaspettata. Un recente studio condotto su oltre un decennio di coltivazioni di mais Bt ha evidenziato come l'utilizzo intensivo di varietà transgeniche abbia innescato un fenomeno non previsto: i parassiti, in particolare il verme delle radici (Diabrotica virgifera), hanno sviluppato una resistenza nei confronti del mais modificato, rendendo la coltura significativamente meno efficace.
Il mais Bt, progettato per integrare il batterio Bacillus thuringiensis, è stato introdotto negli anni '90 con lo scopo di ridurre la necessità di pesticidi e proteggere le colture dai danni causati dai parassiti. Tuttavia, gli agricoltori della regione si sono trovati a dover affrontare una crescita imprevista dei danni arrecati ai raccolti. Secondo quanto emerso dall'indagine, il fallimento è imputabile a un uso troppo intensivo e ripetitivo del mais Bt. L'esposizione continua al batterio ha accelerato l'evoluzione dei parassiti, che hanno acquisito la capacità di resistere al Bt. Di conseguenza, non solo l'efficacia del mais Ogm è andata scemando nel tempo, ma gli agricoltori sono stati costretti a ritornare all'uso di pesticidi chimici, annullando uno dei principali benefici promessi dall'introduzione delle colture transgeniche.
Se la resistenza acquisita da questi organismi non verrà gestita adeguatamente, le conseguenze potrebbero ripercuotersi seriamente sull'agricoltura statunitense. Il mais Bt è ormai largamente diffuso nelle coltivazioni della Corn Belt, dove la pratica della monocultura è prevalente da decenni. La crescente resistenza al mais Bt non solo rischia di compromettere la sua utilità, ma pone altresì una minaccia alla sostenibilità a lungo termine di interi ecosistemi agricoli. In aggiunta, il fallimento delle coltivazioni di mais Ogm solleva interrogativi etici e scientifici riguardo allo sviluppo e alla distribuzione delle colture geneticamente modificate. Alcuni critici sostengono che le grandi aziende biotecnologiche non abbiano tenuto adeguatamente conto delle conseguenze a lungo termine delle loro innovazioni, mentre altri manifestano preoccupazioni circa l'impatto ambientale e sanitario derivante dall'utilizzo estensivo di pesticidi.
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