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Quella volta in cui il ping pong cambiò la storia: come un gioco da tavolo abbatté le barriere tra USA e Cina

Nel 1971, la squadra di ping pong americana in Cina aprì la porta alla diplomazia tra le due superpotenze

Quella volta in cui il ping pong cambiò la storia: come un gioco da tavolo abbatté le barriere tra USA e Cina

Photo Credit del National Museaum of American Diplomacy

Nel 1971, il mondo era ancora nel bel mezzo della Guerra Fredda, in cui Stati Uniti d'America e Unione Sovietica erano in costante tensione: tra crisi nucleari all'essere coinvolti in questioni belliche che non li riguardavano se non la paranoia della diffusione del capitalismo e/o del comunismo, il mondo intero era in bilico e col fiato sospeso per la paura di una terza guerra mondiale/nucleare. Tutto questo almeno fino ad aprile, quando USA e la Cina (diventata comunista dopo la vittoria di Mao Zedong dopo la guerra civile del 1949), fecero un primo passo per quella che oggi è conosciuta come la "Diplomazia del Ping Pong".

Il 10 aprile 1971, la squadra di ping pong degli Stati Uniti atterrò in Cina in occasione dei Campionati Mondiali, aprendo le porte a una nuova era di relazioni tra le due potenze. Durante il soggiorno, accadde un episodio che divenne subito simbolico: il giovane atleta americano Glenn Cowan incontrò casualmente Zhuang Zedong, un celebre campione cinese, durante un viaggio in autobus. Nonostante le differenze linguistiche e politiche, i due si scambiarono doni e parole amichevoli, segnando l'inizio di un processo che portò alla distensione delle relazioni tra i due paesi.

Zhuang Zedong e Glenn Cowan

Questa diplomazia non ufficiale culminò nella visita del presidente americano Richard Nixon in Cina nel 1972, una visita che segnò un punto di svolta nelle relazioni internazionali e che venne trasmessa nei telegiornali sia americani che cinesi: un momento indelebile fu la visita di Nixon al Museo del Palazzo Imperiale (conosciuto anche come la Città Proibita) a Pechino, dove osservò alcuni oggetti storici legati alla vita dell’imperatore cinese. Tra questi c'era anche un paio di tappi per le orecchie utilizzati dagli imperatori cinesi. Questi tappi, realizzati in avorio o in pietra dura, avevano una funzione molto particolare: venivano usati per isolare l'imperatore dalle critiche e dai pettegolezzi durante le udienze o le riunioni di corte. Una volta che la tradutrice gli aveva spiegato a che cosa servissero, Nixon risponde con la battuta "dammene un paio", accolta con le risate di tutti i presenti. 

Oggi, a distanza di 54 anni esatti da quel primo passo, le relazioni tra Stati Uniti e Cina sono nuovamente tese, alimentate da politiche economiche conflittuali, dispute commerciali e il crescente confronto geopolitico. Le recenti politiche di Donald Trump, con l'imposizione di dazi su beni cinesi, hanno inasprito i rapporti, riportando alla mente l'atmosfera da "Guerra Fredda" che caratterizzava gli anni precedenti alla storica visita di Nixon. Per questa ragione, riflettere sull'avvenimento del '71 ricorda che il dialogo è sempre possibile, anche quando le circostanze sembrano sfavorevoli. Che sia attraverso lo sport o la diplomazia

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