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BRINDISI 2.0
26 Dicembre 2024 - 15:00
Immagine di repertorio (fonte: southernliving.com)
In Italia, il recente decreto promulgato dal Ministero dell'Agricoltura ha spalancato nuove prospettive per la produzione di vini dealcolizzati, inaugurando una nuova era nel settore vitivinicolo nazionale.
Fino a poco tempo fa, una bevanda con un contenuto alcolico inferiore a 8,5 gradi non poteva essere classificata come “vino”. Oggi, grazie alle disposizioni attuative del decreto, questa definizione si evolve, superando un tabù in un Paese che ha reso il vino un simbolo e un elemento essenziale della propria cultura. Il decreto, attualmente in fase di registrazione, permette di ridurre parzialmente o completamente il contenuto alcolico di diverse categorie di vini, inclusi quelli spumanti e frizzanti. Tuttavia, è necessaria una precisazione fondamentale: per i vini che detengono certificazioni DOP e IGP, non è prevista alcuna modifica.
Quali sono i potenziali consumatori ideali per questi vini? Un'indagine realizzata da SWG, un'affermata azienda italiana specializzata in ricerche e analisi di mercato, in collaborazione con l'Osservatorio del Vino UIV-Vinitaly, ha individuato un potenziale gruppo di un milione di italiani che, pur non consumando attualmente bevande alcoliche, si affiancano a una vasta schiera di appassionati di vino in cerca di un'alternativa da sfruttare in occasioni particolari, come prima di mettersi alla guida.
Paolo Castelletti, segretario generale dell'Unione Italiana Vini, ha sottolineato durante l'evento Vinitaly che il 36% dei consumatori italiani esprime un interesse verso questi prodotti innovativi. Si tratta di una tendenza in ascesa a livello globale: negli Stati Uniti, il mercato 'nolo' (no e low alcohol) ha già raggiunto un valore di un miliardo di dollari. Ma quali sono i metodi per ottenere un vino privo di alcol? In base al regolamento UE 2021/2117, le principali tecniche adottate sono tre: distillazione, applicazione di tecnologie di membrana ed evaporazione sotto vuoto.
Il percorso dei vini dealcolati è caratterizzato da numerose sfide. Coldiretti, ad esempio, aveva inizialmente espresso preoccupazioni riguardo a possibili "diluizioni" del prodotto, un'interpretazione successivamente smentita dagli esperti del settore. Al di là delle critiche, il decreto rappresenta per il settore vitivinicolo un'opportunità unica di attrarre nuovi acquirenti e rafforzare l'illustre reputazione del Made in Italy a livello internazionale.
L’avvenire di questi vini è ancora tutto da scoprire, ma è indubbio che stiamo assistendo a una significativa trasformazione destinata a modificare il modo in cui percepiamo e valorizziamo il vino. Già a partire dal prossimo anno, il 2025, anche coloro che fino ad ora hanno evitato il vino – come astemi, donne in gravidanza, sportivi, conducenti di mezzi pubblici o individui appartenenti a confessioni religiose che ne vietano il consumo – potranno festeggiare con calici di vino dealcolato, a basso o nullo tenore alcolico. Tuttavia, questa innovazione è rivolta anche a coloro che, in linea con il nuovo Codice della strada, decidono di moderare l'assunzione di alcol durante i pasti. Una rivoluzione che interessa davvero tutti.
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Nell'anno 2023 sono stati percepiti i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell'articolo 5 del medesimo decreto legislativo.