La discussione sulla sicurezza del tram a Bologna si è accesa con l’intervento di Alberto Zanni, presidente nazionale di Confabitare, che ha sottolineato i rischi potenziali legati alle rotaie. Secondo Zanni, le rotaie possono trasformarsi in un'insidia per pedoni, ciclisti e monopattini, soprattutto in condizioni di pioggia, e i tempi di frenata del tram allungano ulteriormente i margini di rischio. La richiesta è chiara: una campagna informativa efficace e diffusa per educare la cittadinanza sulle corrette modalità di interazione con il nuovo sistema tranviario. Il contesto reale: non tutto è nuovo Pur riconoscendo l’importanza della sensibilizzazione, è opportuno osservare che alcuni tratti del percorso del tram sono già pedonali e accessibili a biciclette e monopattini. A Bologna non si parte da zero: la convivenza tra mezzi pubblici, ciclisti e pedoni è una realtà consolidata in diverse zone del centro e di altre aree urbane. Il tram non introduce un elemento radicalmente nuovo, bensì amplifica un tema di sicurezza già presente. In molte città europee con tram e trasporto pubblico avanzato, l’informazione ai cittadini avviene in modo chiaro, ma senza allarmismi eccessivi. Il punto chiave non è solo dire come comportarsi vicino ai binari, ma anche favorire una progettazione urbana che renda i percorsi intuitivi e sicuri. A Bologna esistono già esempi di zone in cui la promiscuità tra pedoni, biciclette e mezzi pubblici funziona senza particolari criticità, grazie a una segnaletica adeguata e alla consapevolezza diffusa. Educare e progettare, non solo avvertire Se è vero che un’adeguata informazione è fondamentale, è altrettanto vero che la progettazione delle infrastrutture gioca un ruolo cruciale. Il Comune di Bologna, quindi, dovrebbe non solo intensificare le campagne di sensibilizzazione, ma anche assicurarsi che i percorsi ciclabili e pedonali siano ben integrati con il sistema tranviario, evitando punti critici e potenziali trappole. Un altro aspetto da considerare è la formazione degli utenti dei monopattini in sharing, spesso turisti o persone non abituate alla viabilità locale. Un sistema di segnaletica chiara, supportato da indicazioni digitali nelle app di mobilità, potrebbe essere una soluzione concreta per prevenire incidenti. Conclusioni Il tram rappresenta un’evoluzione della mobilità urbana di Bologna, e come ogni cambiamento richiede un periodo di adattamento. La richiesta di Zanni di una campagna informativa è legittima, ma va inserita in un contesto più ampio: non solo informare, ma anche progettare spazi urbani sicuri e accessibili. Bologna ha già esperienza nella convivenza tra diversi mezzi di trasporto: l’obiettivo non deve essere creare allarmismo, ma garantire un’integrazione fluida e funzionale del tram nel tessuto cittadino.
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