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Bologna, tra tram e traffico: la città chiede ascolto e soluzioni concrete

Tra il desiderio di un trasporto pubblico più efficiente e il timore di una paralisi quotidiana, i cittadini bolognesi si trovano al centro di un bivio infrastrutturale che chiede voce, ascolto e buon senso.

Segretario Lega Bologna

Cristiano Di Martino

Nel cuore di una città già messa a dura prova dai numerosi cantieri, domani e domenica la Lega promuove una raccolta firme contro la realizzazione della nuova linea blu del tram. L’iniziativa, come annunciato dal segretario in Consiglio comunale della Lega, Cristiano Di Martino, si svolgeràin via Andrea Costa:
sabato al civico 71 e domenica al civico 85,
dalle 9.30 alle 12.30.
La motivazione ufficiale è chiara: «La linea blu rischia di paralizzare completamente il traffico a Bologna.
Già ora le strade sono in pesante sofferenza e larga parte della città è ferma praticamente a ogni ora». Un grido d’allarme che raccoglie e rilancia le preoccupazioni di molti residenti, non solo contrari al progetto, ma soprattutto desiderosi di soluzioni più sostenibili e meno impattanti nel breve termine.
Sì al tram, ma non così
La questione va ben oltre un semplice sì o no al tram. Molti cittadini, pur vedendo con favore un potenziamento del trasporto pubblico e una mobilità urbana più moderna ed ecologica, lamentano l’assenza di un confronto autentico sulle modalità e i tempi di realizzazione.
I comitati cittadini sorti sia a Bologna sia a Casalecchio ne sono la testimonianza: il desiderio è quello di partecipare attivamente alle scelte che cambieranno il volto della città e la qualità della vita quotidiana.
A far salire la tensione è anche l’avvicinarsi della stagione estiva, che trasforma Bologna in un nodo cruciale per il traffico verso la Riviera.
Basta un incidente in tangenziale o un blocco sull’autostrada per rendere difficile se non impossibile lo scorrimento non solo dei veicoli privati, ma anche dei mezzi pubblici e dei servizi essenziali.
In questo contesto, ogni nuovo cantiere può diventare un potenziale punto di congestione critica.
La politica dell’ascolto, non dell’imposizione
Il timore che le grandi opere vengano imposte senza un reale confronto con il territorio è al centro della mobilitazione promossa dalla Lega. «Porteremo queste istanze all’attenzione del sindaco e del ministro Salvini, che ha già riconosciuto l’importanza di ascoltare i territori», ha dichiarato Di Martino.
Ma al di là delle sigle politiche, è chiaro che la vera posta in gioco è il metodo con cui si disegna il futuro della città: decisioni dall’alto o processi partecipati?
Le opere necessarie possono e devono convivere con il diritto alla vivibilità quotidiana.
È su questo equilibrio che si gioca la fiducia dei cittadini.
 
 

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