Cerca

MOTOR VALLEY

Tutte le notizie e i fatti direttamente dal cuore della Motor Valley

fatti e notizie

MOTOR VALLEY

Economia

Le banche e il nuovo ordine mondiale

Il sistema finanziario come specchio del potere globale

Banche Borse

Il potere concentrato

Nel silenzio apparente degli istituti centrali e dietro le dichiarazioni di intenti delle grandi banche d’affari, si sta ridefinendo l’equilibrio del potere mondiale.
La sfida tra Cina, Stati Uniti e Russia, che si gioca su piani multipli — tecnologia, energia, sicurezza — ha nel mondo bancario uno dei suoi specchi più rivelatori. E se le dinamiche militari o industriali infiammano i titoli dei media, è nel linguaggio dei tassi, della liquidità e del credito che si leggono i veri segnali.
Europa: la trincea della stabilità apparente
Il sistema bancario europeo continua a muoversi tra regole severe, consolidamenti lenti e il tentativo costante di restare rilevante.
La BCE, guidata da Christine Lagarde, ha giocato d’anticipo con un approccio prudente sul fronte dei tassi, ma oggi si trova a navigare in acque più torbide: rallentamento economico, instabilità geopolitica e una crescente dipendenza dal quadro esterno.
Le banche italiane, dopo un periodo di profonda ristrutturazione, sono tornate solide sulla carta: Intesa Sanpaolo e UniCredit segnano utili record, ma il contesto resta fragile.
L’aumento dei tassi ha gonfiato i margini, ma ha anche fatto emergere tensioni sociali e rischi legati al credito deteriorato. In fondo, lo spettro dello spread e l’ombra della BCE restano i veri dominus del destino italiano.
Stati Uniti: la finanza come soft power
Oltreoceano, il sistema bancario si conferma il più potente e influente al mondo, ma anche quello più esposto.
Le ferite lasciate dal fallimento di Silicon Valley Bank e da altri istituti regionali nel 2023 sono ancora aperte.
Tuttavia, giganti come JPMorgan Chase, Goldman Sachs e Morgan Stanley continuano a incarnare la capacità americana di trasformare la crisi in strategia.
Larry Fink, CEO di BlackRock, ha recentemente parlato di "transizione epocale verso un capitalismo più disciplinato", in riferimento al nuovo corso dei mercati. Parole che si legano al piano americano di accerchiamento strategico: contenere la Cina sul fronte finanziario e sostenere alleanze economiche con partner regionali come India e Giappone.
Asia: la sfida silenziosa di Pechino
Il sistema bancario cinese è, nel bene e nel male, un’estensione dello Stato. Le “Big Four” bancarie — tra cui Industrial and Commercial Bank of China (ICBC) e Bank of China — sono i muscoli finanziari del Partito.
Tuttavia, la crisi immobiliare (Evergrande, Country Garden) ha mostrato al mondo i limiti strutturali di un modello basato sulla leva e sul controllo.
Pechino ha risposto con stimoli selettivi e una progressiva de-dollarizzazione.
Il progetto della digital yuan e le alleanze con Paesi BRICS per scambi in valuta locale rappresentano il tentativo di costruire un ecosistema alternativo al dominio del dollaro.
Una sfida che passa più dalle banche centrali che da Wall Street.
Russia: finanza come arma geopolitica
Il sistema bancario russo, dopo le sanzioni, ha subito una metamorfosi.
Tagliata fuori dal circuito SWIFT, ha cercato rifugio in un sistema finanziario parallelo, intrecciato con Iran, Cina e Paesi amici.
La Banca Centrale Russa ha giocato un ruolo-chiave nella resilienza del rublo, ma la vera leva è stata la capacità di convertire energia in influenza.
Come ha sottolineato Nouriel Roubini, “la guerra economica è già iniziata, e la finanza è un fronte invisibile ma decisivo.
In questo contesto, le banche non sono più solo istituzioni: sono strumenti di politica estera.
L’incognita del futuro: tra multipolarismo e centralizzazione
Il mondo bancario si trova oggi a un bivio.
Da un lato, la spinta verso un mondo multipolare potrebbe generare sistemi finanziari paralleli, sempre più regionalizzati.
Dall’altro, l’interconnessione globale e la necessità di stabilità sembrano spingere verso una nuova centralizzazione attorno a poche valute, pochi istituti, pochi snodi digitali.
Chi controllerà il credito, controllerà il futuro.
Non a caso, Henry Kissinger diceva:
“Chi controlla il denaro, controlla il mondo”.
E oggi più che mai, il denaro — digitale, sovrano, tracciabile — è lo strumento principe della nuova egemonia.
La posta in gioco non è solo
economica, ma identitaria.
Nel nuovo grande gioco del potere globale, le banche non sono semplici attori finanziari, ma strumenti di narrazione, leve di influenza e architetture del consenso.
Laddove una volta erano luoghi di intermediazione e fiducia, oggi sono diventate centri di potere (fondazioni) che rispecchiano — e talvolta anticipano — le scelte geopolitiche.
L’Europa cerca equilibrio, l’America affila la strategia, la Cina tesse reti silenziose, la Russia resiste con creatività.
Ma intanto, sotto la superficie dei mercati, si agita una domanda che pochi osano porre: in un mondo dove il denaro si smaterializza, le istituzioni si digitalizzano e le alleanze si fluidificano, chi sarà davvero sovrano?
Le banche, o i popoli?
La risposta potrebbe non arrivare da un bilancio, né da un G7. Ma forse, dal prossimo crash.
O dalla prossima rivoluzione silenziosa.
 
 

Se non vuoi perderti neanche una notizia, entra nel nostro canale WhatsApp!  

Clicca qui e ricevi in tempo reale le news più importanti di Bologna e provincia.

Hai una segnalazione da fare? Scrivi direttamente alla redazione! Invia la tua segnalazione.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter