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Strage di Bologna
07 Gennaio 2025 - 15:40
Paolo Bellini
La Corte d'Assise d'Appello di Bologna ha tracciato un quadro definitivo sul ruolo di Paolo Bellini nella strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980, in cui persero la vita 85 persone. Secondo i giudici, Bellini, ex membro di Avanguardia Nazionale, era "senza ombra di dubbio" presente in stazione al momento dell'attentato e avrebbe avuto il compito di trasportare, consegnare o collocare parte dell'esplosivo, oppure di fornire un supporto materiale all’azione. Tutto ciò, nella "piena consapevolezza" che l’ordigno sarebbe esploso nella sala d’aspetto.
L’8 luglio scorso è stata confermata la condanna all’ergastolo per Bellini, ritenuto uno degli esecutori materiali dell’attentato, insieme agli ex Nar già condannati in via definitiva: Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. Tra i complici anche Gilberto Cavallini, condannato all’ergastolo in appello.
La sentenza ha inoltre evidenziato la responsabilità di mandanti e finanziatori quali Licio Gelli, Federico Umberto D’Amato, Mario Tedeschi e Umberto Ortolani, ritenuti organizzatori del piano. Tuttavia, l’azione giudiziaria nei loro confronti è stata interrotta dal loro decesso, avvenuto prima delle conclusioni processuali.
Nelle oltre 420 pagine di motivazione della sentenza, i giudici sottolineano che Bellini "sapeva perfettamente" che il suo contributo, sia esso stato il trasporto e la consegna dell’esplosivo (in parte o nella sua interezza) o il supporto logistico a chi lo ha poi collocato, è stato "determinante ed essenziale" per l’attentato.
Secondo la Corte, l'apporto di Bellini non è stato solo "agevolativo", ma indispensabile per la realizzazione del piano. La consapevolezza o meno degli altri esecutori materiali riguardo al suo ruolo non influisce sul riconoscimento della sua piena responsabilità.
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