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Ravenna
01 Ottobre 2024 - 12:00
Ravenna
Sono state recentemente pubblicate, sul sito della Regione Emilia-Romagna e su quello della Provincia di Ravenna, le stime demografiche dell’ISTAT per il 2023. Questi dati, elaborati sulla base del bilancio provvisorio della popolazione residente, tengono conto di diversi fattori come il numero di nascite, i decessi e i flussi migratori, sia in entrata che in uscita.
Al 1° gennaio 2024, la popolazione residente in provincia di Ravenna è stimata in 387.273 persone, con un incremento minimo rispetto all’anno precedente, pari al +2,4‰, in leggera controtendenza rispetto all’andamento nazionale di diminuzione della popolazione. La popolazione anziana nella provincia di Ravenna è in costante crescita e riflette le tendenze demografiche nazionali e regionali. Al 2023, gli over 65 rappresentano il 26% della popolazione, con un aumento dello 0,1% rispetto all’anno precedente. In particolare, la fascia di popolazione con più di 75 anni continua ad espandersi, segnalando un progressivo invecchiamento della comunità.
Questo andamento è ulteriormente rafforzato da una speranza di vita in crescita, stimata nel 2023 a 82,3 anni per gli uomini e 85,7 per le donne. Le conseguenze di questo fenomeno sono molteplici. Da un lato, l’aumento della popolazione anziana pone nuove sfide dal punto di vista sociale ed economico. È lo stesso Istituto Superiore della Sanità a ritenere che "il crescente squilibrio tra la popolazione attiva (15-64 anni) e quella inattiva (giovani sotto i 14 anni e anziani sopra i 65) crei pressione sui sistemi di welfare e assistenza sanitaria, con un aumento della domanda di servizi per la terza età. Inoltre – aggiunge lo stesso istituto -, il numero crescente di anziani che vivono da soli richiede nuove strategie per prevenire l’isolamento sociale e garantire assistenza".
D’altro canto, la popolazione tra i 15 e i 29 anni ha mostrato una relativa stabilità, beneficiando ancora del boom di nascite verificatosi tra la metà degli anni ’90 e il 2010. La diminuzione della popolazione giovanile ha diverse implicazioni. Oltre a ridurre il numero di potenziali nuovi ingressi nel mercato del lavoro, questa tendenza aggrava anche il problema del ricambio generazionale. L’ISTAT commenta così questa tendenza: "La diminuzione dei giovani adulti (30-44 anni), infatti, contribuisce a una spirale demografica negativa: meno giovani adulti significa meno potenziali genitori, il che a sua volta porta a una riduzione delle nascite".
Questa dinamica è particolarmente rilevante in un contesto di bassa fecondità come quello della provincia di Ravenna dove, nel 2023, il numero di nati è sceso dell’1,3% rispetto al 2022, con un totale di 2.279 nati e un tasso di fecondità pari a 1,20 figli per donna, uno dei più bassi della regione e ben al di sotto della soglia di sostituzione naturale (2,0).
Infatti, man mano che le famiglie straniere si integrano nella società italiana, tendono ad adattare i loro modelli familiari a quelli locali, che sono principalmente caratterizzati da una fecondità bassa. Questo fenomeno è legato non solo a motivazioni economiche, ma anche a un cambiamento culturale che avviene con l’inserimento stabile nel tessuto sociale. Anche l’aumento dell’età media delle donne straniere al momento del primo figlio, che si avvicina a quella delle donne italiane, riflette questa tendenza. Un altro motivo che spiega la stabilità o il lieve declino della popolazione straniera è legato alle acquisizioni di cittadinanza italiana, in particolare tra i giovani, che riducono il numero di persone considerate formalmente straniere. A questo si aggiunge una diminuzione dei flussi migratori recenti, dovuta in parte a politiche più restrittive e in parte a condizioni economiche più difficili, che riducono l’attrattività del territorio per nuovi arrivi.
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