Tokyo affonda, Asia in crisi. Trump: «Decisione dolorosa ma giusta»

La Borsa di Tokyo inaugura la giornata in netto ribasso, trascinando al di sotto anche l'intero comparto asiatico. L'indice Nikkei registra una flessione del 7,44%, portandosi a 31.255 punti, mentre il Topix fa segnare un calo ancora più marcato dell'8,14%. Questa apertura negativa si colloca in un contesto di crescente incertezza globale.

A influenzare il mercato contribuisce anche il rafforzamento dello yen, che raggiunge il massimo da sei mesi nei confronti del dollaro, attestandosi a 145,50, e quota 159,40 sull'euro, un'indicazione di una "fuga verso asset considerati più sicuri." In apertura crolla anche la Borsa di Hong Kong, con l'indice Hang Seng che perde il 9,28%, scivolando sotto i 21.000 punti.

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Tra i titoli più penalizzati, HSBC subisce un tonfo del 15,85%, mentre i giganti della tecnologia cinese, Alibaba e Tencent, registrano perdite rispettivamente del 9,72% e del 7,43%. La pressione si propaga alle altre piazze asiatiche: la Borsa di Shanghai arretra del 4,46%, Shenzhen segna un decremento del 6,04%, Taiwan subisce una contrazione del 9,8%, e Singapore cede l'8,58%.

A Sydney, l'S&P/ASX 200 lascia sul terreno il 5,83%, mentre le blue chip sono in calo del 6%. A Seul, il Kospi apre con un ribasso del 4,77%.

La recente crescita delle tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e il resto del mondo ha dato il via a una correzione dei mercati. I dazi imposti dall'amministrazione di Washington stanno incrementando la volatilità e smorzando le aspettative degli investitori. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha ridimensionato l'allarme dichiarando: «A volte è necessario assumere farmaci per curarsi,» durante un'intervista a bordo dell'Air Force One. «Non posso prevedere cosa accadrà ai mercati, ma il nostro Paese è decisamente più forte.» Trump non ha definito una soglia precisa per tollerare un eventuale collasso dei mercati, limitandosi ad affermare: «Non desidero che nulla debba precipitare. Tuttavia, a volte è necessario assumere delle medicine per risolvere una situazione.»

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Il presidente ha riferito di aver ricevuto segnali d’interesse da parte di diversi leader internazionali, con cui avrebbe discusso possibili intese commerciali. Ha poi precisato di non voler provocare un crollo dei mercati, ma di essere determinato a risolvere il deficit con Cina, Unione Europea e altri partner. «Se vogliono parlarne, sono aperto. Altrimenti, perché dovrei voler parlare?», ha dichiarato.

Wall Street in Attesa: Bitcoin e petrolio in ribasso

Le attuali tensioni hanno inevitabilmente riflessi anche sui mercati azionari statunitensi. I futures preannunciano un'apertura in netta flessione, con il Dow Jones previsto in ribasso del 3,56%, l'S&P 500 del 3,85% e il Nasdaq del 5,15%. Anche il valore del bitcoin risente di questa congiuntura, registrando una diminuzione del 5,6%, posizionandosi a 78.736 dollari.

Soltanto pochi mesi fa, la criptovaluta aveva superato la soglia dei 100.000 dollari, sospinta dall'ottimismo post-elettorale legato alle politiche favorevoli alle criptovalute di Donald Trump. In calo altresì il petrolio: il greggio WTI scende a 59,97 dollari al barile, scivolando sotto la soglia dei 60 dollari per la prima volta dall'aprile 2021. Questa flessione del 3,26% viene interpretata come un segnale di riduzione della domanda globale.

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Meloni e von der Leyen sul Green Deal

In Europa il dibattito si focalizza sul Green Deal. La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, propone una revisione del piano, considerata l'attuale situazione di tensione economica. Tuttavia, Ursula von der Leyen adotta una posizione più cauta: "Stiamo negoziando con gli Stati Uniti, ma l'Ue è pronta a misure di risposta."